Terra più sicura: c’è Copernicus

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A cura di Roberto Paura È entrato nel vivo, seppure con non poche difficoltà (due satelliti immessi in orbita errata lo scorso luglio), il programma “Galileo” che doterà l’Europa di una propria A cura di Roberto Paura È entrato nel vivo, seppure con non poche difficoltà (due satelliti immessi in orbita errata lo scorso luglio), il programma “Galileo” che doterà l’Europa di una propria capacità di posizionamento satellitare alternativa al GPS americano, con una costellazione che comprenderà alla fine 30 satelliti. Ma il 2014 porta in dote anche un altro evento “spaziale” assai significativo. Questo è l’anno di avvio decisivo del programma Copernicus. Precedentemente noto come Gmes (Global Monitoring for Environment and Security), lanciato per la prima volta nel 1998, il programma Copernicus ha fino a poco tempo fa sofferto di problemi economici legati al fatto che a finanziare il programma erano solo gli stati membri dell’Esa, mentre oggi il 65% dei costi è coperto dall’Unione europea. Una svolta decisiva, con l’Europa che intende dotare il continente della più ambiziosa costellazione di satelliti per l’osservazione della Terra. Tra gli obiettivi di Copernicus figurano la gestione dei disastri naturali, il monitoraggio degli oceani e del cambiamento climatico, l’analisi dell’atmosfera e, sul piano della sicurezza, l’osservazione dei flussi di persone, dalle rotte dei migranti fino ai movimenti terroristici. Un “occhio”, insomma, che dallo spazio punta sulla Terra: da qui il nome “Sentinelle” attribuito ai satelliti, progettati per l’osservazione multispettrale e attraverso i radar, con una risoluzione fino a 5 metri. Al lancio del Sentinel-1 lo scorso aprile seguiranno quelli di Sentinel-2 e 3 l’anno prossimo e poi di altri due satelliti che completeranno la costellazione nel 2020. Principale contraente è il colosso italo-francese Thales Alenia Space; l’Italia fornirà inoltre la base di Matera per la telemetria e i dati dei quattro satelliti di telerilevamento Cosmo-SkyMed.