Ue, lo studio sul Covid degli assistenti sociali italiani vince gli European Social Services Awards

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La ricerca “Il sociale e la crisi del Covid-19”, realizzata degli assistenti sociali italiani, è stata premiata agli European Social Services Awards (Essa) di Bruxelles, per la sezione “progetti di ricerca”. Gli Essa sono organizzati dall’European social network (Esn) per riconoscere l’eccellenza nei servizi sociali, puntando i riflettori sugli approcci di successo e sullo straordinario lavoro in corso svolto da coloro che gestiscono, pianificano e forniscono servizi sociali pubblici in tutta Europa.

“Essere oggi a Bruxelles per presentare nel consesso europeo il frutto dell’esperienza vissuta e riflettuta dagli assistenti sociali italiani nel periodo più cruento della pandemia Covid-19 pensiamo possa rendere orgogliosa la nostra professione, sempre non solo agita, ma pensata e rielaborata”, hanno sottolineato Silvana Mordeglia, presidente della Fondazione nazionale assistenti sociali (Fnas), e Giovani Cabona, consigliere del Consiglio nazionale assistenti sociali (Cnoas).

“La ricerca si basa sulla partecipazione, amplissima, di assistenti sociali che hanno dato prova di responsabilità professionale ed è utile per informare la pratica del servizio sociale in un contesto di emergenza – hanno evidenziato Mordeglia e Cabona – Quello che abbiamo imparato lo stiamo già applicando per guidare l’intervento con la nuova emergenza che coinvolge i profughi dall’Ucraina. Il nostro pensiero va alle persone che soffrono per le conseguenze della guerra. Fondazione nasce da una buona intuizione del Consiglio nazionale e risponde alla necessità di essere e presentare all’esterno il valore di una professione sempre in prima linea sul fronte dell’esigibilità dei diritti e dei processi d’inclusione”.

Lo studio, realizzato nel marzo 2020, mentre il mondo veniva travolto dalla pandemia da Coronavirus, ha visto Cnoas, Fnas e 14 dei 20 Consigli regionali, unire le forze per raccogliere esperienze e conoscenze da professionisti in prima linea e trasformarle in miglioramenti nelle strutture di welfare e nelle relative politiche sociali. La ricerca si è basata su un sondaggio a cui hanno risposto 20.000 assistenti sociali, un gruppo di 30 esperti e sei comunità virtuali.