Autonomia differenziata, Manfredi: Una legge che farà collassare l’Italia. E invoca la mobilitazione popolare

83

Trasformare la “battaglia contro l’autonomia differenziata in una battaglia popolare”, perche’ “ci troviamo di fronte a una legge che fara’ collassare l’Italia” e perche’ questa legge “e’ un punto di non ritorno, sara’ difficile cambiarla”. E’ la valutazione del consigliere regionale della Campania Massimiliano Manfredi (Pd), avvocato e gia’ deputato. Per Manfredi uno dei momenti imprescindibili della opposizione alla riforma Calderoli e’ il coinvolgimento della popolazione, che sembra non conoscere pienamente la questione.

“Un sondaggio dell’Eurispes di sei mesi fa diceva che quasi la meta’ dei cittadini campani erano favorevoli all’autonomia ma poi dal sondaggio emergeva che quegli stessi cittadini non ne avevano compreso l’impatto”, fa notare Manfredi che auspica una maggiore apertura verso la ‘base’. “Se noi trasformiamo questa battaglia in una battaglia di elite e di ceto politico, quando si andra’ quasi certamente al referendum non avremo possibilita’ di vincere. Purtroppo al momento – insiste – non c’e’ la percezione da parte delle persone che si sta incidendo sul futuro dei propri figli”. Un futuro rispetto al quale, secondo Manfredi, sara’ impossibile tornare indietro: “Per come e’ stato concepito il ddl Calderoli, di fatto il percorso dei benefici e di sottrazione di risorse al Mezzogiorno diventa quasi irreversibile. Quindi anche domani con un cambio di governo diventa complicato tornare alla situazione attuale. Non solo: la Regione che riceve il vantaggio, dovrebbe cederlo e dubito che la Ragione con il vantaggio, si essa guidata da un esponente del Pd, del centrosinistra o del centrodestra, fara’ una campagna elettorale per restituire un vantaggio tolto”. Per questo motivo, sottolinea Manfredi, c’e’ la necessita’ di intervenire prima. L’auspicio del consigliere regionale e’ bloccare la riforma “perche’ essa danneggia non solo il Mezzogiorno ma l’Italia intera”.

“Non possiamo accettare di iscriverci a un campionato, che e’ quello dell’autonomia differenziata, dove il Sud parte con mille punti di penalizzazione e quindi non puo’ vincere perche’ in realta’ i meccanismi di differenziazione – prosegue Manfredi -. Ad oggi gia’ gran parte delle risorse si danno in base ai soldi spesi prima”. A tal proposito Manfredi ricorda cosa accadeva con gli asili nido quando si teneva conto del parametro della spesa storica e non della esigenza della popolazione: “Prima del nostro intervento, se tu in una citta’ di 60mila abitanti avevi zero asili nido avevi zero euro; se tu in una citta’ di 15mila abitanti avevi tre asili nido, avevi soldi per fare altri tre asili nido”.

“Ecco – incalza Manfredi – ci sono gia’ dei meccanismi penalizzanti per il Mezzogiorno e finche’ non si supera questo divario non si puo’ parlare di concorrenza. Mettere su questo corpo gia’ diviso l’autonomia differenziata, non e’ una cosa contro il Mezzogiorno ma contro l’Italia: con questa manovra, praticamente, si va a drogare un particolare micro-territorio illudendosi che il tal mondo si compensera’ la crescita di un Paese. Ma il Paese non crescera’”. Manfredi richiama le preoccupazioni anche di economisti e imprenditori. “Draghi, la Confindustria sono contrari a questo meccanismo. Gli imprenditori sono preoccupati perche’ l’Italia cresce se il Sud cresce piu’ del Nord. Il sud rappresenta sia una potenzialita’ produttiva ma rappresenta anche un mercato. Se noi seguiamo questo meccanismo imposto dalla Lega e a accettato dalla Meloni, dopo l’autonomia differenziata arriveremo alla superautuonomia tra regioni del Nord, poi alle province e poi dei pianerottoli”. Di qui l’appello rivolto da Manfredi “anche a chi vota in favore di altri partiti” “a unirsi alla nostra battaglia perche’ questa riforma ruba il futuro ai nostri figli”.