Barocco: La moda è cultura, ma l’eleganza è una dote di natura

361

di Maridì Vicedomini

Rocco Barocco, stilista di fama internazionale ha festeggiato i primi 5o anni di fulgida carriera al Museo Archeologico di Napoli, martedì sera, 13 novembre.

Maestro, a che si deve la scelta del Mann per celebrare questo significativo traguardo?
“Per le mie sfilate ho sempre scelto location che trasudano storia e di fermenti culturali; basta ricordare i defilè inscenati a Roma in siti prestigiosi come la Fontana di Trevi, i Mercati Traianei, il Campidoglio; pur avendo girato il mondo, sono rimasto molto legato a Napoli, mia città d’origine ed ho individuato per il mio Fashion Event il Museo Archeologico, a mio avviso, cornice ideale per presentare alla stampa ed alla jet society italiana, 50 abiti rappresentativi del periodo più significativo della mia carriera, dagli anni “70 a quelli “90”, prediligendo i modelli indossati dalle dive dell’epoca come quello a balconcino rosso fuoco prediletto da Anita Ekberg”.

Quando nasce la passione per la moda?
“Ho amato questo mondo fin da giovanissimo; pur essendo nativo di Posillipo a Napoli, mio papà nutrendo da sempre un grande amore per Ischia, trasferì tutta la famiglia sull’isola. Io ho cominciato facendo il commesso di una boutique che confezionava pantaloni; erano gli anni “70 anni, periodo d’oro per Ischia, a cui approdava tutto il firmamento del cinema mondiale, avendo Angelo Rizzoli, uno dei più grandi produttori cinematografici dell’epoca, acquistato un grande albergo come il “Regina Isabella” di Lacco Ameno. Un giorno mi imbattei in una cliente francese, molto amica di due stilisti, Patrick de Barentzen e Giles, della stessa nazionalità, che vivevano e lavoravano a Roma alla quale confessai il mio sogno nascosto di diventare stilista; lei fu molto disponibile, mi mise in contatto con loro e presto mi trasferii a Roma nel loro atelier dove da autodidatta, senza mai aver frequentato alcun corso e nessuna accademia, imparai il mestiere di sarto, dal disegno alla realizzazione dell’abito”.

La sua prima creazione?
“Uno splendido vestito che Ornella Vanoni doveva indossare per andare in TV; era tutto luccicante, ma poiché brillava troppo per la televisione, lo coprirono interamente con uno spruzzo, rovinandolo, provocandomi di conseguenza, una forte delusione. Da quel momento cominciai a vestire tutte le star del cinema italiano, da Anna Magnani, Sofia Loren, Claudia Cardinale fino agli anni ‘90 , quando ho cominciato a fare il pret a porter”.

Stilista di tante star internazionali; a quali di queste si sente particolarmente legato?
“Sandra Milo, grande amica mia, la Fenech, una vera signora, nonostante nella sua carriera si sia dedicata a film non proprio di livello, Ursula Andress, tutte mie ospiti per più stagioni, anche nella mia villa di Capri; ed ancora, come non menzionare Liza Minnelli, Elsa Martinelli , Virna Lisi, Jacqueline Bisset, Ute Lemper, Dalila Di Lazzaro, Francesca Dellera?”.

Marta Marzotto, icona di eleganza e bon ton le è rimasta nel cuore…
“Sì, sono molto grata a Marta per avermi introdotto nel jet set internazionale facendomi accedere con la massima affettuosità nel suo salotto di viale D’Annunzio; lì ho avuto la possibilità di conoscere e frequentare personaggi interessanti come Moravia ed Elsa Morante. Volevo talmente bene a Marta da perdonarle persino di aver copiato i miei “caftani”.

Maestro, che cosa pensa dei rapporti tra la moda e lo spettacolo?
“Un tempo erano molto intensi; oggi molto meno, perchè le attrici si servono dei dressing coach , ovvero di figure professionali che curano la loro immagine, i quali si recano nelle aziende e scelgono per loro conto ma in maniera autonoma gli abiti da indossare. Io sono molto lontano da questa prassi ed ho abbandonato questo contesto”.

Quando nasce il brand Rocco Barocco?
“Nel 1972, quando aprii il mio primo atelier a Roma, in Piazza di Spagna”.

Il periodo più fulgido della sua carriera?
“ Gli anni ’80, periodo storico in cui sulla mia passerella sfilavano “nomi” come Claudia Shiffer, Carla Bruni, Naomi Campbell”.

Qual’è l’ abito che più lo rappresenta?
“Sono stato l’inventore degli abiti seducenti, che ammaliano il sesso forte; la mia vita è da sempre stata improntata sul concetto di seduzione”.

La moda di oggi rispetto a quella di ieri?
“Oggi tante donne rifiutano il concetto del capo classico come il tailleur, prediligendo un look più informale quale maglietta strizzata in vita e jeans stretto spesso poco adeguato al proprio aspetto fisico”.

L’idea di eleganza per Rocco Barocco?
“E’ qualcosa che si ha dentro; l’eleganza in primis è sinonimo di educazione; stolto chi pensa che, per essere à la page bisogna indossare un abito molto costoso! L’eleganza è una dote naturale, che proviene dall’anima”.

Se dovesse descrivere la sua città d’origine con un abito come lo disegnerebbe?
“Innanzitutto utilizzerei una tinta unita, il celeste ed ispirandomi al prototipo di donna mediterranea, realizzerei un modello molto attillato dalla scollatura profonda, ideale per racchiudere un seno molto prosperoso, le spalle un po’ scese, la vita molto stretta ed i fianchi marcati”.

Il suo rapporto con Napoli?
“Vivo tutti i giorni la mia napoletanità che riscontro in tanti tratti caratteriali, quali la vivacità, la solarità, l’ottimismo di fondo”.