Bulgari apre hotel a Pechino: “ambasciata” made in Italy

61

Bulgari apre il suo quarto hotel a Pechino, altra tappa in vista della realizzazione di una catena “molto esclusiva” e destinata ad avere una quindicina di alberghi al 2022, sparsi nelle migliori città del mondo. “L’idea è una rete globale anche se molto esclusiva, per ospitare quello che definirei una ‘tribù di aficionados’ di stile di vita italiano, molto sofisticato però altrettanto molto conviviale – spiega il numero uno del gruppo, Christophe Babin – E’ tutto ciò che fa l’anima italiana in termini di lusso, di sofisticazione dei materiali, dell’atmosfera e del servizio, e di quest’anima romana e che ci trascina in Bulgari e che dà esperienze indimenticabili”. Destinato a crescere sul medio termine fino al giro d’affari degli orologi, con il core business di Bulgari sempre ancorato ad accessori, gioielleria e collezioni di altissima gamma, gli hotel saliranno a sei in pochi mesi con le aperture di Dubai a dicembre e di Shanghai a gennaio 2018, in aggiunta a Pechino, Milano (“il primo in una città simbolo per economia e moda, riferimento ormai della fashion week”), Bali e Londra. Un totale di 500 camere e suite che potranno contare “nell’orizzonte al 2022 sul contributo di altri 8-10 alberghi, con Mosca in programma già nel 2019/20. “Quello che abbiamo voluto fare qui a Pechino ricorda Milano, con un giardino all’italiana, un’oasi nascosta e di tranquillità con vista sulla skyline della città, vicina al centro e all’ autostrada per l’aeroporto”, osserva Babin inun’intervista all’Ansa. La struttura di trova sul fiume Liangma, nella parte alta del quadrilatero delle ambasciate di Sanlitun. “C’è poi il complesso della Genesis che includerà il futuro museo di arte moderna”, firmato dell’archistar nipponica Tadao Ando. “Abbiamo concepito l’hotel come un’ambasciata italiana in Cina del buon gusto e del design raffinato, inserendo anche elementi cinesi seguendo il concetto dell’arricchirsi un pò come fecero Marco Polo e Matteo Ricci”. Disegnato dallo studio di architetti Antonio Citterio Patricia Viel, gli interni sono arredati madeinItaly (ad esempio Maxalto e B&B Italia) uniti a elementi locali, come i marmi neri della Mongolia interna, mentre sulle pareti spicca l’abbinamento delle foto in bianco e nero di monumenti di Roma e di Pechino. La qualità nei ristoranti è affidata allo chef italiano stellato Michelin, Niko Romito. La Cina è un Paese strategico per Bulgari, come gli Usa dove c’è un percorso di rafforzamento di boutique tra Orlando, Boston, Filadelfia e il flagship store sulla Quinta strada: in dieci anni un hotel potrebbe esserci anche a Hong Kong e un altro a Hangzhou, definita da Marco Polo “la città più bella del mondo”. Tutte le divisioni del gruppo sono positive: dagli orologi che crescono a cifra singola, ad accessori e gioielli a doppia cifra. Anche per il prossimo anno il budget “sarà di espansione” e gli effetti delle crisi, come i recenti fatti terroristici di Barcellona, “sembrano pesare meno negativamente”.