Dai suoni degli abissi alla danza dei colori: la ricerca di Marina Iorio. Da giovedì 21 mostra alla Domus Ars

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Si inaugura giovedì 21 marzo alle ore 19,15, nel Centro Domus Ars di  Napoli, in via Santa Chiara 10 (ingresso libero) la mostra di science art “Wireless Puppets” di Marina Iorio. Nel corso della serata è prevista una performance di danza contemporanea a cura di  Körper ǀ Centro Nazionale di Produzione della Danza (coreografo: Flavio Ferruzzi; interpreti: Arianna Montella e Alessandro Ravolo). La mostra resterà aperta al pubblico fino al 5 aprile dal lunedì al venerdì orario 11-16,30, accesso dall’ingresso laterale di Domus Ars,  sabato e domenica- chiuso). E’ il terzo appuntamento di Mtr (musica, teatro, ricerca – direzione artistica di Rosalba Quindici; direzione di produzione Rachele Cimmino) rassegna, con cui si vuole promuovere la ricerca sui linguaggi artistici contemporanei.

di Diana di Girolamo*

La mostra di Marina Iorio – che viene presentata negli spazi espositivi della chiesa di San Francesco delle Monache (Domus Ars – Fondazione “Il Canto di Virgilio”) all’interno del progetto Sparrt – continua il percorso di ricerca espressiva iniziato da oltre dieci anni e, come per le fasi che l’hanno preceduta, si pone sotto il segno del connubio e dell’interazione tra scienza e arte. Nelle sei opere in mostra il punto di partenza è ancora rappresentato dall’utilizzo di una specifica tecnologia, il Multibeam Side Scan Sonar (Mbes), che, ancorato sotto la chiglia delle navi, produce fasci di onde sonore utilizzati poi per visualizzare le morfologie marine e oceaniche. Si tratta, quindi, di suoni che si trasformano in immagini in virtù dei colori associati ai differenti livelli di profondità. La rappresentazione cromatica così ottenuta è il punto di partenza scientifico successivamente elaborato in forma espressiva dall’artista che, in questa circostanza, introduce una significativa innovazione costituita dall’utilizzo dell’acquerello.

Rispetto alla produzione precedente, queste opere si caratterizzano per una certa tendenza a valorizzare l’aspetto antropomorfo delle  forme, come del resto già implicitamente evidenziato dal titolo Wireless Puppets (Marionette senza fili) scelto per la mostra. Il riferimento alle marionette risulta mediato, per esplicita ammissione dell’artista, dalla ricerca e dall’esperienza di un particolare tipo di danza, sviluppato dal coreografo tedesco Marco Goecke, che valorizza la disarticolazione del movimento creando una sorta di analogia con le marionette.

In questo modo, la danza diviene la radice simbolica di cui Marina Iorio si serve per dare voce non solo a una fase ulteriore della sua ricerca, ma anche – e più specificamente – per ricondurre le opere esposte alla loro genesi. Attraverso di esse l’artista cerca, infatti, di dare espressione al senso di smarrimento che la recente esperienza della pandemia ha generato, mettendo l’uomo di fronte alle sue debolezze, alle sue criticità, alla difficoltà di dare un senso agli eventi di cui è, spesso involontariamente, protagonista.

A partire, quindi, da un’esperienza largamente condivisa, Marina Iorio ci invita a tornare a porci con maggiore consapevolezza tante delle domande che da sempre caratterizzano la vita degli esseri umani. Non ultima, in considerazione della “duplicità” della sua figura e della sua esperienza personale, quella relativa alla natura della scienza, al ruolo che svolge o dovrebbe svolgere nella società, alle difficoltà che anch’essa affronta nel mantenersi “autonoma” all’interno di una realtà che ci appare sempre più spesso governata da forze invisibili e sovrastanti. Tutto ciò lo fa partendo da scienziata, ma chiedendo all’arte la forza espressiva che possa sollecitarci e renderci partecipi delle sue riflessioni.

*storica dell’arte

L’artista
Marina Iorio, artista e ricercatrice presso Il Consiglio nazionale delle Ricerche vive e lavora a Napoli. Tecnica delle opere esposte: elaborazione dati Mbes, stampa professionale ad inchiostro, acquarello su inox dbond.