La crisi energetica riguarda tutti, persino il calcio. In Germania è un tema. Lo Spiegel racconta che ai giocatori dello Schalke 04, dopo la partita di domenica prossima con il Bremer allo stadio Marschweg, toccherà fare la doccia con l’acqua fredda. Vale per i cittadini della città di Oldenburg in Bassa Sassonia, e deve valere anche per i ricchi calciatori della Bundesliga: nell’ambito di un piano di risparmio dei consumi, l’amministrazione locale ha disattivato durante le vacanze scolastiche il sistema centralizzato di acqua calda che serve gli impianti comunali. Il comitato olimpico tedesco intanto ha inviato un documento al governo federale, chiedendo aiuti finanziari per le società sportive, perché proprio per i rincari dell’energia nei prossimi mesi è a rischio l’attività di piscine e palazzetti. La stessa Bundesliga ha tenuto docce a Berlino un forum sulla sostenibilità ambientale, durante il quale tra gli altri ha parlato Ilja Kaenzig, portavoce della direzione del Bochum. Lo sport – ha detto – deve diventare consapevole “che sarà molto doloroso per tutti noi”, e dovrà cambiare tutto, “anche i modelli di business”. Non è più sostenibile, per esempio che “una squadra islandese debba volare in Kazakistan per 90 minuti di calcio”. Il calcio deve dare un contributo. Forse non ci saranno più partite con i riflettori, in futuro, e “non sarà più socialmente accettabile che noi come club vogliamo vendere ai tifosi una nuova maglia ogni anno. Perché è uno spreco di risorse”.