Malformazioni fetali, arriva da Napoli il rivoluzionario Mama Test

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Lo screening delle malformazioni fetali non avverrà più con pratiche invasive: per individuare i difetti dello sviluppo nel grembo materno basterà un prelievo ematico. Tutto grazie al Mama test, un metodo diagnostico basato sull’analisi metabolomica di una sola goccia di sangue materno, ideato da due ricercatori che portano la Campania all’avanguardia in campo medico scientifico. I “primi ad inventarlo e brevettarlo in Italia”, infatti, secondo quanto riferiscono i diretti interessati, sono stati Giovanni Scala, chimico e amministratore delegato della società Hosmotic, che vive e lavora a Vico Equense (NAPOLI); l’altro ideatore è Jacopo Troisi, biologo e ginecologo salernitano. Si tratta di una storia d’innovazione e ricerca tutta campana, quindi, molto probabilmente destinata a trasformare le metodologie diagnostiche fetali. Questo tipo di analisi, infatti, che può essere effettuata già nel primo trimestre di gestazione, permette – secondo quanto evidenziano i due ricercatori – di conoscere le anomalie sia cromosomiche, congenite o acquisite, sia non cromosomiche. Å possibile stabilire una prognosi e avviare in tempi rapidissimi un’efficace terapia prenatale. Fino ad oggi, i test di diagnosi precoci sono stati in grado di individuare solo cromosomopatie, come la sindrome di down. Il Mama, invece, nelle intenzioni dei due ricercatori, consente di conoscere tutte le possibili malformazioni fetali, dalle malattie del sistema nervoso centrale a quello scheletrico, dalle patologie cardiache a quelle epatiche, senza dover attendere l’ecografia strutturale al quinto mese di gravidanza, quando il feto è più prossimo alla nascita che al concepimento. Dopo la concessione del brevetto in Italia gli inventori puntano ad ottenere il riconoscimento a livello mondiale per il Mama test. “Nel frattempo è in corso la validazione scientifica, affidata ad un team di scienziati che, in collaborazione con la Harvard University, sta sottoponendo ad esame 5mila gestanti aderenti al progetto di ricerca”, dicono Scala e Troisi. Terminata la fase di sperimentazione clinica “sarà disponibile una nuova modalità di diagnosi prenatale, quindi, in grado di consentire a tanti genitori di accogliere con più consapevolezza i propri figli. Un tassello importante nella realizzazione e commercializzazione del Mama test è il risparmio: la donna in gravidanza – ed eventualmente anche il Sistema Sanitario Nazionale – potrà accedere ad esami più completi della stessa amniocentesi, senza sostenere spese spesso proibitive”, concludono i due medici.