Maltempo, la ricostruzione è un fallimento: danni per 8 miliardi, stanziati solo 740 milioni

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In foto danni causati dal maltempo in Sicilia

Conte promette subito un miliardo per i dissesti causati dall’ondata di maltempo e Salvini promette 40 miliardi per la messa in sicurezza dei territori. A settembre il ministero dell’Ambiente decideva di stanziare fondi statali per opere contro il dissesto idrogeologico per venti milioni di euro assegnati solo a 4 regioni: Campania, Lazio, Umbria, Sicilia. Circa 660 mila euro a Regione. Federcontribuenti: ” da ottobre 2017 a marzo 2018 stanziati 60 milioni di euro per la messa in sicurezza dei territori. Come sono stati spesi? La ricostruzione ci costa miliardi di euro e poi non siamo capaci di investire in opere di manutenzione”. In 4 anni i danni da maltempo ammontano a 8 miliardi ma sono stati stanziati per la ricostruzione solo 740 milioni di euro.
L’80% di tutti i comuni di Italia, 1.190, ha un piano di emergenza comunale di Protezione Civile da mettere in atto in caso di frana o alluvione ma meno della metà dei comuni ha un piano aggiornato o volontari formati per un intervento preventivo o immediato al dissesto. Nel 70% dei comuni italiani ”occorrono immediati piani di bonifica e manutenzione delle aree verdi e del letto dei fiumi gravemente inquinati e intasati da detriti sepolti da decenni. 8 milioni di cittadini sono quotidianamente esposti al pericolo di frane, esondazioni, inondazioni e crolli. 40 mila persone risultano ancora sfollate da precedenti dissesti. Questa Italia va rifondata fin dalle radici”.
”Le nostre città, i nostri piccoli comuni, i nostri fiumi, boschi aree verdi e campagne risultano abbandonate da anni e pur volendo incolpare un maltempo rivendicato come anomalo – a nostro dire un alibi – dobbiamo incolpare la nostra incapacità nel controllare come i soldi dei contribuenti – dati in gestione alle Regioni e ai vari Enti – vengono spesi sul territorio. I nostri fiumi non riescono a drenare l’acqua in eccesso perché per lunghi tratti sono letteralmente intasati, come i tombini che non permettono di raccogliere e smaltire le acque piovane. Vaste aree di campagna o boschive subisco lo svellimento perché nei sottosuoli sono presenti materiali inquinanti mai bonificati. Inutile incolpare la sfiga, si continua a mangiare troppo con gli stanziamenti pubblici”.
Fiumi da drenare, argini da costruire, territori da bonificare, verde pubblico da ripristinare e controllare. ”Abbiamo tanto di quel lavoro da dare che altro che reddito di cittadinanza. Ci sono in palio almeno un milioni di posti di lavoro a tempo determinato da assegnare in tutta Italia a costo zero, visto che andremmo poi a risparmiare nelle manutenzioni straordinarie o nei fondi per la ricostruzione”.
Conclude il presidente Marco Paccagnella della Federcontribuenti: ” A quando un vero piano di messa in sicurezza di tutto il nostro territorio? Dalla trasformazione in antisismico di tutti gli edifici pubblici e privati con una programmazione a lungo termine e con finanziamenti adeguati, come hanno fatto altri Stati tipo la Turchia; lavoro per le imprese e occupazione per almeno un decennio e con un ritorno importante nelle casse dello stato.
Naturalmente dovrà seguire subito l’abbattimento delle infrastrutture abusive, costruite nell’alveo dei corsi d’acqua e nelle aree soggette a frane o altro, perché prevenire ci evita l’emergenza che da sempre abbiamo in Italia dove si spende 10 volte di più per la sistemazione. Avremmo territori sicuri e un ritorno economico. Possiamo e dobbiamo diventare una nazione normale”.