Ostaggi italiani, tra liberazioni e tragedie

48

Il primo rapimento recente di italiani nel mondo a lasciare il segno nella memoria collettiva è del 2004, in Iraq. Vengono sequestrati a Baghdad 4 contractor, FABRIZIO QUATTROCCHI, UMBERTO CUPERTINO, MAURIZIO AGLIANA e SALVATORE STEFIO. Quattrocchi viene ucciso, gli altri liberati.
    Indimenticabile il video in cui la vittima dice ai carnefici: “Vi faccio vedere come muore un italiano”.
    Lo stesso anno, sempre in Iraq, vengono rapiti il freelance ENZO BALDONI, ucciso poco dopo, e le due cooperanti SIMONA TORRETTA e SIMONA PARI, liberate dopo 19 giorni.
    Nel 2005 tocca alla giornalista del Manifesto GIULIANA SGRENA. Subito dopo la sua liberazione, un militare americano uccide per errore il funzionario del Sismi NICOLA CALIPARI che era andato a prenderla.
    Nel 2007 in Afghanistan viene rapito dai talebani il giornalista di Repubblica DANIELE MASTROGIACOMO, poi liberato.
    In Mali nel 2009 Al Qaida rapisce due coniugi italiani, SERGIO CICALA e PHILOMENE KABOURE’. Vengono liberati l’anno dopo.
    L’inviato della Stampa DOMENICO QUIRICO viene rapito due volte: la prima volta nel 2011 in Libia per due giorni (con i colleghi ELISABETTA ROSASPINA e GIUSEPPE SARCINA, entrambi del Corriere della Sera, e CLAUDIO MONICI, di Avvenire); la seconda volta nel 2013 in Siria per cinque mesi.
    I pirati somali nel 2011 catturano due navi mercantili italiane, la Savina Caylyn, con 5 italiani a bordo, e la Rosalia D’Amato, con 6 italiani. Gli ostaggi vengono liberati insieme alle unità lo stesso anno, dopo mesi di prigionia.
    Nel 2011 nel Darfur in Sudan viene catturato dai ribelli locali il cooperante di Emergency FRANCESCO AZZARÀ, liberato dopo 124 giorni. Lo stesso anno gli shabaab somali catturano al largo della Tanzania l’italo-sudafricano BRUNO PELLIZZARI, mentre si trova sulla sua barca a vela con la fidanzata sudafricana. Viene liberato dopo un anno e mezzo con un blitz dell’esercito somalo.
    In Algeria nel 2011 i terroristi islamici sequestrano la turista SANDRA MARIANI e la cooperante ROSSELLA URRU. Entrambe vengono liberate nel 2012. In quello stesso anno finisce invece tragicamente il rapimento in Nigeria dell’ingegnere FRANCO LAMOLINARA, sequestrato dai jihadisti nel 2011: l’italiano viene ucciso dai sequestratori durante un blitz delle forze speciali di Londra, che volevano liberare un ostaggio britannico tenuto con lui.
    Nel 2014 in Libia vengono rapiti due tecnici italiani, in due diversi episodi: l’emiliano MARCO VALLISA e il veneto GIANLUCA SALVIATO, entrambi liberati dopo diversi mesi. Così come IGNAZIO SCARAVILLI, il medico catanese sequestrato nel gennaio 2015 e rilasciato a giugno.
    Tragica invece la fine del cooperante GIOVANNI LO PORTO, sequestrato in Pakistan nel 2012 mentre lavorava per una ong tedesca: viene ucciso in un raid di un drone della Cia nel gennaio 2015 assieme ad un altro ostaggio, l’americano Warren Weinstein. La notizia si apprende ad aprile e Barack Obama in persona si scusa in diretta tv.
    Continua purtroppo a non esserci alcuna notizia del gesuita padre PAOLO DALL’OGLIO, scomparso in Siria nel 2013, mentre cerca di mediare a Raqqa per la liberazione di un gruppo di ostaggi. Voci contrastanti lo danno prima per morto, poi prigioniero dell’Isis. Così come è mistero sulla sorte di ROLANDO DEL TORCHIO, 56 anni, ex sacerdote italiano sequestrato ad ottobre nel suo ristorante a Dipolog City, nel sud delle Filippine, in un’area dove operano diversi gruppi separatisti musulmani.
    E’ di oggi infine la notizia della probabile morte a Sabrata di due dei quattro tecnici della Bonatti, FAUSTO PIANO e SALVATORE FAILLA, rapiti assieme ai connazionali GINO TULLICARDO e FILIPPO CALCAGNO nel luglio scorso nella zona di Mellitah, a 60 km di Tripoli.
   

Il primo rapimento recente di italiani nel mondo a lasciare il segno nella memoria collettiva è del 2004, in Iraq. Vengono sequestrati a Baghdad 4 contractor, FABRIZIO QUATTROCCHI, UMBERTO CUPERTINO, MAURIZIO AGLIANA e SALVATORE STEFIO. Quattrocchi viene ucciso, gli altri liberati.
    Indimenticabile il video in cui la vittima dice ai carnefici: “Vi faccio vedere come muore un italiano”.
    Lo stesso anno, sempre in Iraq, vengono rapiti il freelance ENZO BALDONI, ucciso poco dopo, e le due cooperanti SIMONA TORRETTA e SIMONA PARI, liberate dopo 19 giorni.
    Nel 2005 tocca alla giornalista del Manifesto GIULIANA SGRENA. Subito dopo la sua liberazione, un militare americano uccide per errore il funzionario del Sismi NICOLA CALIPARI che era andato a prenderla.
    Nel 2007 in Afghanistan viene rapito dai talebani il giornalista di Repubblica DANIELE MASTROGIACOMO, poi liberato.
    In Mali nel 2009 Al Qaida rapisce due coniugi italiani, SERGIO CICALA e PHILOMENE KABOURE’. Vengono liberati l’anno dopo.
    L’inviato della Stampa DOMENICO QUIRICO viene rapito due volte: la prima volta nel 2011 in Libia per due giorni (con i colleghi ELISABETTA ROSASPINA e GIUSEPPE SARCINA, entrambi del Corriere della Sera, e CLAUDIO MONICI, di Avvenire); la seconda volta nel 2013 in Siria per cinque mesi.
    I pirati somali nel 2011 catturano due navi mercantili italiane, la Savina Caylyn, con 5 italiani a bordo, e la Rosalia D’Amato, con 6 italiani. Gli ostaggi vengono liberati insieme alle unità lo stesso anno, dopo mesi di prigionia.
    Nel 2011 nel Darfur in Sudan viene catturato dai ribelli locali il cooperante di Emergency FRANCESCO AZZARÀ, liberato dopo 124 giorni. Lo stesso anno gli shabaab somali catturano al largo della Tanzania l’italo-sudafricano BRUNO PELLIZZARI, mentre si trova sulla sua barca a vela con la fidanzata sudafricana. Viene liberato dopo un anno e mezzo con un blitz dell’esercito somalo.
    In Algeria nel 2011 i terroristi islamici sequestrano la turista SANDRA MARIANI e la cooperante ROSSELLA URRU. Entrambe vengono liberate nel 2012. In quello stesso anno finisce invece tragicamente il rapimento in Nigeria dell’ingegnere FRANCO LAMOLINARA, sequestrato dai jihadisti nel 2011: l’italiano viene ucciso dai sequestratori durante un blitz delle forze speciali di Londra, che volevano liberare un ostaggio britannico tenuto con lui.
    Nel 2014 in Libia vengono rapiti due tecnici italiani, in due diversi episodi: l’emiliano MARCO VALLISA e il veneto GIANLUCA SALVIATO, entrambi liberati dopo diversi mesi. Così come IGNAZIO SCARAVILLI, il medico catanese sequestrato nel gennaio 2015 e rilasciato a giugno.
    Tragica invece la fine del cooperante GIOVANNI LO PORTO, sequestrato in Pakistan nel 2012 mentre lavorava per una ong tedesca: viene ucciso in un raid di un drone della Cia nel gennaio 2015 assieme ad un altro ostaggio, l’americano Warren Weinstein. La notizia si apprende ad aprile e Barack Obama in persona si scusa in diretta tv.
    Continua purtroppo a non esserci alcuna notizia del gesuita padre PAOLO DALL’OGLIO, scomparso in Siria nel 2013, mentre cerca di mediare a Raqqa per la liberazione di un gruppo di ostaggi. Voci contrastanti lo danno prima per morto, poi prigioniero dell’Isis. Così come è mistero sulla sorte di ROLANDO DEL TORCHIO, 56 anni, ex sacerdote italiano sequestrato ad ottobre nel suo ristorante a Dipolog City, nel sud delle Filippine, in un’area dove operano diversi gruppi separatisti musulmani.
    E’ di oggi infine la notizia della probabile morte a Sabrata di due dei quattro tecnici della Bonatti, FAUSTO PIANO e SALVATORE FAILLA, rapiti assieme ai connazionali GINO TULLICARDO e FILIPPO CALCAGNO nel luglio scorso nella zona di Mellitah, a 60 km di Tripoli.