San Giuseppiello, bonifica green e low cost dei rifiuti tossici. Romano (Ciram): L’esperimento continuerà

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In foto Nunzio Romano

Non ci sono rischi chiusura per il bosco di San Giuseppiello, l’esperimento di bonifica bio dei suoli e delle acque in piena Terra dei fuochi che la Regione Campania, attraverso una collaborazione dell’allora commissario alle Bonifiche, Mario De Biase, oggi in pensione, con un gruppo di ricerca del Dipartimento di Agraria dell’università di Napoli Federico II che faceva capo al Massimo Fagnano. Lo conferma all’Agi il professor Nunzio Romano, responsabile del Centro interdipartimentale di ricerca sull’ambiente (Ciram) dell’ateneo. Il rischio che vedesse un brusco stop una esperienza unica che ha riportato una zona un tempo discarica di fanghi delle concerie toscane illecitamente smaltiti dal clan dei casalesi a diventare oasi di verde ripopolata da istrici e lepri era ventilato da post in facebook, perché dopo il pensionamento di De Biase a fine 2019, si attendeva una nuova nomina della regione. “Le attività scientifiche vanno avanti – precisa Romano – dato che il Ciram ha sottoscritto nei mesi scorsi una convenzione con il gip di Napoli che consente di continuare quanto intrapreso 4 anni fa”. Il terreno in questione, infatti, 6 ettari a ridosso di Giuliano, in un’area che vede più a Sud anche due altre discariche, una delle quali, affidata alla Resit, ospitò illegalmente anche i fanghi di Seveso, è stato sequestrato alla famiglia di Gaetano Vassallo, imprenditore dei rifiuti soprannominato il ministro dell’Ambiente del boss dei Casalesi, Francesco Bidognetti, per aver movimentato tonnellate di materiali anche pericolosi dal Nord al Sud dell’Italia per smaltirli illegalmente. Gaetano Vassallo, poi, con le sue dichiarazioni da pentito ha dato vita a inchieste che hanno portato a 13 processi, uno dei quali riguarda proprio il sito di San Giuseppiello.

In foto Mario De Biase


Piante di senape indiana per “succhiare” i metalli pesanti

Il dipartimento federiciano di Agraria, grazie all’appoggio dell’allora commissario Mario De Biase, dal 2016 a San Giuseppiello, con soli 900 mila euro a fronte di costi milionari per una bonifica tradizionale, con lo scavo di terreno per almeno un metro di profondità lungo i 6 ettari e mezzo, il trasporto e lo smaltimento in un impianto specializzato del terreno estratto, ha piantato nell’area 20 mila pioppi e migliaia di piante di senape indiana, le cui radici sono in grado di succhiare dal suolo i metalli pesanti presenti, in prevalenza cromo trivalente, principale componente dei fanghi e materiali di scarto delle concerie sparsi negli anni da Vassallo. I ricercatori hanno anche utilizzato, per concimare la terra, batteri che si nutrono di idrocarburi, risolvendo un’altra problematica ambientale. Il progetto Ecoremed, che Ciram dunque porterà avanti, ha anche un terzo filone di ricerca, affidato a Romano. “Dal 2017 – spiega il docente – abbiamo realizzato, in collaborazione con l’Enea di Portici per il controllo emissioni, un impianto pilota di recupero a scopi irrigui dell’acqua di falda inquinata, non a livello elevato, da composti volatili quali il tricloro etilene e il tetracloro metano. A due anni di distanza, possiamo dire che i primi risultati sono piu’ che positivi”. Nel nuovo bosco di San Giuseppiello vengono inoltre svolte numerose attività di informazione e sensibilizzazione sui temi ambientali dedicate a scuole e residenti.