Unimpresa, reddito di cittadinanza: Se aggirato si rischia il boom del lavoro nero

89

“La norma che mira a introdurre in Italia il reddito di cittadinanza corre il rischio di essere aggirata e può far esplodere il lavoro nero”. E’ Unimpresa a lanciare l’allarme. “L’architettura della misura si presta a diverse manipolazioni, anche con sostanziali accordi tra le imprese e i lavoratori, appartenenti a categorie più deboli”, denuncia il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. Secondo un sondaggio di Unimpresa, infatti, chi ha un reddito mensile inferiore a 1.000 euro infatti potrebbe accettare di buon grado il licenziamento per accedere al reddito di cittadinanza che ha un assegno mensile fino a 780 euro e continuare a lavorare ma in nero con il vantaggio di poter percepire un assegno complessivo superiore alla paga regolare. Ma ci sarebbe un vantaggio anche per i datori di lavoro che risparmierebbero dal 30% al 60% sul costo del lavoro pur potendo avere comunque la stessa prestazione lavorativa. “Commercio, turismo, agricoltura, servizi di manutenzione e di pulizia sono i settori nei quali si potrebbero registrare i maggiori casi di anomalia e distorsione. Lavoratori part time e con stipendio inferiore a 1.000 euro mensili quelli potenzialmente più interessati a valutare forme di aggiramento e violazione della misura”, prosegue Unimpresa che sottolinea come “a pesare sul quadro finale, è anche la difficoltà di mettere in atto un piano di controlli a tappeto e sul territorio”.
In alcune zone del Paese, specie nel Sud, potrebbero verificarsi i casi più numerosi di violazione normativa. Dal sondaggio di Unimpresa fra le oltre 100.000 associate, è emerso che i settori più “interessati” sono: commercio turismo, agricoltura, servizi di manutenzione e di pulizia. Per quanto riguarda i lavoratori, quelli con stipendio fino a 1.000 euro mensili e con contratto part time sono il bacino che guarderebbe con favore a percepire il reddito di cittadinanza pur continuando a lavorare in nero. “Per creare nuova occupazione bisogna tagliare il cuneo fiscale e i costi a carico delle aziende, ma ci rendiamo conto che si tratterebbe di interventi poco spendibili sul piano elettorale e non remunerativi in termini di voti. C’è da dire che la misura sul reddito di cittadinanza ha un presupposto importante e condivisibile. Aiutare chi è in difficoltà, prima con un sussidio e poi con l’offerta di lavoro. Ma a noi piace andare a fondo ed essere concreti, valutiamo sempre l’applicabilità e l’attuazione delle nuove leggi, che vanno sempre calate nella realtà italiana. E’ evidente che le distorsioni sono facilissime e a portata di mano, meglio dirselo subito”, commenta.