Adesso anche gli sportivi si dichiarano prigionieri politici

C’è tanta sporcizia nel Calcio, perché i soldi che circolano sono troppi. La procura federale vuol fare pulizia. Si temono infiltrazioni criminali, attraverso le tifoserie, da un po’ di tempo troppo vicine alla dirigenza. Se si parla di scommesse truccate, ci sono complicità interne. Anche la commissione antimafia guarda ai campi di gioco e al giro di denaro con attenzione. Le squadre dovrebbero essere le prime a gioire per l’indagine promossa dalla giustizia sportiva. Fare luce sul campionato lo renderebbe più attraente. Si comincia dalla Juve. Ma Agnelli non ci sta. “Vogliono infangarci”, sostiene. Come avviene in politica, dove al primo avviso di garanzia si grida al complotto.

 

Sposate una ragazza dell’est! È la moglie ideale

Non brontola, è sempre sexy anche dopo avere partorito, è sottomessa al marito, lo perdona anche se la tradisce. Non sono solo questi i pregi delle donne che Parliamone sabato ha esaltato. Ce ne sono tanti altri che le italiane non hanno. Se n’è discusso per tutto un pomeriggio in un programma del servizio pubblico. Le prime reazioni indignate sono subito apparse sul web. Per la verità, 24 ore dopo sono arrivate le sincere scuse del Consigliere delegato, presidente e direttori. Il CdA non le ritiene sufficienti. Com’è possibile che un tale argomento abbia eluso i controlli? La trasmissione è stata sospesa. Ma – non disperate – gli autori diffonderanno nei prossimi dibattiti la loro volgarità.

 

Bambini da marciapiede

Sono in vendita. Si accontentano di 10 o 20 euro. Se sono i genitori a fare il prezzo, si arriva fino a 100. Dipende dall’età. Si parte da 8 anni. “La mamma lo sa che vado con le persone”, si giustificano. Cioè, “Non sto facendo nulla di male”. Lo hanno scoperto a Bari le Iene, che, con Striscia la notizia, sono ormai i confidenti degli italiani. È a loro che si ricorre per denunciare un problema. L’Autorità non è affidabile. Le indagini sono lunghe come i processi. La TV è più immediata. Non c’è fine al degrado in cui siamo precipitati. Sono per lo più Rom, ma i clienti sono imprenditori e professionisti altolocati. Poveri piccoli innocenti già vittime dell’avidità e del vizio. Per loro l’Orco esiste davvero.

 

Maledetti voucher, ma qualcuno sarà licenziato

Finalmente soppressi. Lo ha preteso il sindacato. Gli imprenditori non chiedevano di meglio. Ora potranno più facilmente pagare in nero ed evadere fisco e obblighi sociali. Bene, però, fece il governo a ritirarli, anche se era un utile strumento per i lavoratori precari e saltuari. Ha evitato, così, un altro referendum, certamente perdente. Ormai noi italiani non votiamo sulla validità delle leggi, ma secondo l’orientamento politico. Siamo sempre gli uni contro gli altri. Ogni dibattito è un’occasione per litigare. C’è troppa istigazione all’odio, una guerra civile. Ecco perché non si possono recuperare posti di lavoro né far risalire l’economia. Vogliamo che tutto vada male per poterci lamentare.

 

Sciacallaggio e populismo, due termini di gran moda

Da qualche mese sono entrati nell’equivoco lessico politico. Ovviamente chi li usa non ne conosce il significato. Le versioni sono molteplici e spesso discordanti. Fanno parte soprattutto della terminologia grillina. Se qualcuno si assenta dal Campidoglio proprio nel giorno in cui si commemora l’eccidio delle Ardeatine, perché stanco e bisognoso di riposo, c’è giustamente chi lo fa notare. Allora se il carbone è bagnato si accusa di sciacallaggio. Chi, invece, fa credere all’elettore che i problemi degli italiani derivino dall’Euro, è accusato di populismo. Mentre lui se ne vanta, ritenendo che significhi vicino al popolo. Non, piuttosto, che lo prende in giro sfruttandone la credulità.

 

Chi ha il pane non ha i denti

La Raggi ha perso l’occasione della sua vita per dimostrare che – seppure neofiti della politica – gli italiani hanno una marcia in più degli altri. La tedesca di Germania si è rivolta alla prima cittadina, che, accanto al premier Gentiloni, indossava, appunto, la fascia tricolore, dicendole “Lei è la sindaca, presumo”. La risposta adeguata sarebbe stata: “No, sono la sarta o la farmacista del Campidoglio”. Ma la ragazza non ha ancora esperienza, né dimestichezza con chi usa la supponenza per imporre la propria superiorità. Questa è la leader che, per ora, guida un’Europa a diverse velocità. Sottintendendo che la sua è la più veloce. Probabilmente lo è davvero. Ma soltanto perché ha più soldi.