Carlo Capalbo, è napoletano il guru del running in Repubblica Ceca

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E` napoletano il guru del running in Repubblica Ceca: si chiama Carlo Capalbo, un manager ex Olivetti che in venti anni ha fatto diventare non solo Praga, ma tutta questa nazione, dalla Boemia alla Moravia, un paradiso per i podisti. Oggi, grazie al RunCzech – il circuito di gare ideato da Capalbo, che comprende la Maratona di Praga, giunta quest`anno alla 21° edizione, le mezze maratone di Karlovy Vary, Ceske Budejovice, Olomouc, Usti nad Labem e ancora di Praga, più una cornice di altre corse di contorno – la Repubblica ceca è al primo posto nel mondo per gli indici di qualità nella organizzazione di manifestazioni podistiche, secondo i riconoscimenti della Iaaf, l`Associazione internazionale delle Federazioni di atletica. Alle sue spalle grandi potenze come Gran Bretagna, Giappone, Cina e Stati Uniti. Il miracolo è Usti nad Labem, capoluogo della Boemia del nord, la più piccola città del mondo ad aver ricevuto dalla Iaaf una Gold Label, voto massimo di qualità. La storia di questo successo inizia nei primissimi anni `90, quando Capalbo – allora poco più che trentenne, con un passato sportivo a livello di nazionale juniores di pallavolo, laurea in giurisprudenza a Napoli e in Economia a Torino, master californiano alla Berkeley e già alcuni anni di esperienza manageriale con Carlo De Benedetti – decide di rimettersi in gioco e scommettere su Praga, subito dopo la rivoluzione di velluto e la caduta del regime comunista. Fonda allora sulle rive della Moldava una società di consulenza, la Ebs, punto di riferimento per le aziende investitrici nella Nuova Europa, italiane e non. “Ripensandoci oggi fu una pazzia, quel trasferimento a Praga, con la famiglia e bambini ancora piccoli. Nei primi tempi alla possibilità di organizzare una maratona non ci pensavo neanche. L`idea nacque quasi per gioco, durante una visita a Praga di un amico, Gelindo Bordin, medaglia d`oro alle Olimpiadi di Seoul. Eravamo in birreria e, al secondo boccale o al terzo, Gelindo decise di chiamare Emil Zatopek, il leggendario podista ceco, olimpionico a Londra e a Helsinki, che ci invitò a casa sua e si innamorò subito dell`idea di una maratona a Praga, addirittura abbozzandone il primo tracciato su una vecchia mappa di Praga che conservo e che ancora oggi mi emoziona” racconta, ricordando l`amico Emil, scomparso nel 2000. Niente male avere come testimonial Bordin e Zatopek – l`uomo che la storia dello sport ricorda come “la locomotiva umana” -, ma gli inizi non furono semplici“.