Cinema “partecipato”, una giornata a Ponticelli con Antonietta De Lillo

79

Dalla periferia al cuore di Napoli un doppio appuntamento con la regista, fotografa e giornalista Antonietta De Lillo, di recente vincitrice del Nastro D’Argento Speciale. Un primo incontro si terrà, infatti, a Ponticelli presso l’Istituto “Marie Cure” nell’ambito del progetto Doc Scuole con il documentario “Let’s go” della regista napoletana. Il film ripercorre il percorso umano e professionale di Luca Musella e del viaggio reale e ideale che lo porterà ad abbandonare Napoli sua città natale per un nuovo futuro nel capoluogo lombardo. 

L’iniziativa fa parte del progetto DOCampania, nell’ambito del quale Arci Movie inaugura un ciclo di documentari nelle scuole campane proponendo agli studenti film ambientati nei loro territori e nel contempo offrendo agli allievi l’opportunità di incontrare e confrontarsi con autori e registi. Il primo appuntamento sarà mercoledì 13 aprile, con il film Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, presentato all’ITI Medi di San Giorgio a Cremano dallo stesso Ferrente introdotto dal giornalista Stefano Prestisimone, “Il Mattino”.

Tornando alla De Lillo, la sera di venerdì 15 la regista, nell’ambito della rassegna AstraDoc-Viaggio nel cinema del reale, organizzata da Arci Movie, Parallelo 41, Coinor e l’Università degli Studi di Napoli Fedetico II, presenterà presso il cinema Astra “Oggi insieme, domani anche”, il suo ultimo lavoro che declina l’amore in tutte le sue sfaccettature ed inaugura una nuovo modo di fare cinema. Un film “partecipato” come lo definisce la stessa regista, che concilia le esigenze di autonomia e individualità del singolo autore e nel contempo lo inserisce in una narrazione collettiva di altri registi: una koinè di voci, visioni e punti di vista diversi sul mondo.“Tra le varie mutazioni che il cinema ha subito con l’avvento del digitale – osserva Antonietta De Lillo – c’è anche quella relativa al concetto di ‘originale’. Con il digitale non si parla più di originale ma di ‘file nativo’. Ebbene la mia idea di progetto partecipato si estende fino alla possibilità che gli autori possano trovare una sponda per realizzare la loro narrazione, il loro film, e poi possano offrire le loro stesse immagini come parte del racconto del film partecipato. Il film partecipato è il fine ultimo del progetto, ma non l’unico. Immagino una bilancia dove da una parte si preserva l’autonomia e l’individualità di ogni singolo racconto e dall’altra si costruisce una narrazione nuova, collettiva e insieme unitaria. Il progetto è rivolto ad autori giovani e meno giovani che possono trovare in tutto questo una ‘casa’, un luogo dove condividere un’esperienza basata sul rispetto, sul rapporto paritario, dove non si partecipa per affermarsi ma per migliorarsi attraverso visioni differenti.”