Enti locali, la riforma penalizza Napoli: taglio di risorse del 10,5% entro il 2021

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Calano le risorse per i comuni del Nord Italia, crescono quelle per il Centro, Roma in testa, e per il Sud. E’ questa la fotografia della ripartizione delle risorse nel 2017 che emerge dalla nota su ‘Fabbisogni standard e capacità fiscali nel sistema perequativo dei Comuni’ pubblicata dall’Ufficio parlamentare di bilancio. Dal quadro delineato dall’Upb emerge una riduzione delle risorse rispetto a quelle storiche per i Comuni del nord (-0,9 per cento delle risorse storiche), peggiorando leggermente la posizione dei comuni del nord-ovest e migliorando quella dei comuni del nord-est. I benefici maggiori sono concentrati al centro (+2,1%) e, in misura più limitata, i comuni del Sud (+0,5% rispetto al fondo storico), su cui la revisione 2017 ha comportato un impatto molto limitato. Tra le grandi città il nuovo sistema garantisce i maggiori benefici a Roma (+6,7 per cento rispetto alla situazione storica, con un incremento rispetto alla situazione 2016). Anche Milano riceve più trasferimenti rispetto alla situazione storica. Firenze, Taranto, Napoli e Genova soffrono una riduzione delle risorse superiore al 3% e sono generalmente penalizzati nella transizione al 2017. Le grandi città maggiormente beneficiate dalle modifiche introdotte con il fondo 2017 sono Ravenna (+2 per cento rispetto al 2016) e Roma (+1,5 per cento), mentre quelle maggiormente penalizzate sono Verona (-1,8 per cento) e Perugia (-1,6 per cento).

Dal punto di vista dimensionale, rispetto alla distribuzione storica, nel 2017 sono penalizzati maggiormente i piccoli comuni (perdite superiori al 2 per cento delle risorse storiche), e sono favorite le grandi città (+1,1 per cento) e i Comuni tra 5 e 50 mila abitanti. La proiezione del fondo al 2021, anno in cui il peso della componente perequativa legata ai fabbisogni standard salirebbe al 40 per cento, evidenzia una generale amplificazione degli effetti distributivi: tra le grandi città Roma beneficerebbe del maggiore incremento dei trasferimenti, pari al 16,5 per cento delle risorse storiche, mentre la penalizzazione più elevata si avrebbe per Firenze e Napoli (-10,5 per cento delle risorse storiche). Nel complesso circa il 90 per cento degli enti subirebbe variazioni di risorse contenute tra il -15 e + 15 per cento delle risorse storiche.