Europa, l’astrofisica Bianca Poggianti vince un Advanced Grant da 2 milioni e mezzo di euro

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Bianca Poggianti, astronoma e dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) a Padova è la vincitrice di un Advanced Grant, ovvero un finanziamento di circa due milioni e mezzo di euro, con il progetto GASP (Gas stripping phenomena in galaxies) che cercherà di fare luce sui meccanismi con cui il gas viene rimosso dalle galassie e sulle conseguenze di questo fenomeno sulla formazione di nuove stelle al loro interno. L’Advanced Grant è uno dei 222 stanziati quest’anno dal Consiglio Europeo per le Ricerche (European Research Council, ERC), l’organismo dell’Unione europea che finanzia progetti di ricerca di eccellenza a livello internazionale, per un totale di 540 milioni di euro. Le domande complessive di finanziamento sono state oltre 2000, 14 dei 222 progetti di ricerca finanziati, tra cui quello di Bianca Poggianti, verranno svolti in Italia. In quali condizioni possono formarsi stelle, anche al di fuori dei dischi galattici? Che ruolo ha l’ambiente in cui le galassie si trovano nel processo di “accensione” di buchi neri supermassicci al centro delle galassie che dà origine al fenomeno dei cosiddetti “Nuclei Galattici Attivi”? Quando e perché la formazione stellare si interrompe? Sono queste le domande fondamentali alle quali il team di astronome e astronomi guidato da Poggianti cercherà di dare risposta nel corso dei prossimi cinque anni. Bianca Poggianti, già vincitrice di un Bessel Award della Von Humboldt Foundation, spiega in cosa consiste il suo progetto: “Con il progetto GASP (Gas stripping phenomena in galaxies, in italiano: i fenomeni con cui viene strappato il gas alle galassie) studieremo come le galassie perdono il loro gas, cioè il “carburante” da cui si formano le nuove stelle. Studieremo i meccanismi fisici che alla base di questo processo e quale impatto abbia questo fenomeno nel processo di evoluzione delle galassie. Ai colleghi inglesi l’acronimo GASP ricorda il verbo “to gasp” – rimanere senza fiato – e per noi evoca proprio i processi fisici che vogliamo studiare, come se l’entrata e l’uscita del gas dalle galassie ne rappresentasse un po’ il respiro”.