Grammy, niente premi per i Maneskin: trionfa Beyoncé

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E’ stata la notte di Beyoncé, non quella dei Maneskin. Ai Grammy, gli Oscar della musica, sorride la popstar statunitense, che conquista quattro premi e raggiunge la cifra record di 32, superando il precedente primato di 31 che apparteneva al direttore d’orchestra Georg Solti, morto nel 1997. Resta a mani vuote invece la band romana, che era in lizza per il riconoscimento di ‘best new artist’ ma non è andata oltre la nomination. Il premio è andato infatti alla 23enne Samara Joy, cantante jazz che ha trionfato anche per il miglior album vocale jazz. La regina della cerimonia che si è svolta alla Crypto.com Arena di Los Angeles è stata in ogni caso Beyoncé, che si è imposta per la migliore canzone R&B, ‘Cuff It’, per la miglior registrazione di musica dance-elettrica in ‘Break My Soul’, per la miglior performance R&B tradizionale con ‘Plastic Off the Sofa’ e per il miglior album dance-elettronica, ‘Renaissance’. Subito dopo aver ricevuto il quarto Grammy, quello che la permesso di stabilire il nuovo record, è scattata la standing ovation. Con il marito Jay-Z in prima fila. “Sto cercando di non essere troppo emotiva”, ha ammesso la cantante che ha poi ringraziato la famiglia, dal defunto zio fino ai genitori e ai figli, per averla sostenuta, oltre che la comunità queer. A Beyoncé è però sfuggito ancora una volta il riconoscimento dell’album dell’anno, andato a Harry Styles – che in tutto ha portato a casa tre premi – con ‘Harry’s House’. Nel corso della serata sono stati anche premiati per la miglior performance di un gruppo/duo pop Sam Smith e Kim Petras con ‘Unholy’. La cantante tedesca, prima artista transgender ad aggiudicarsi un Grammy, una volta sul palco ha voluto ringraziare “tutte le incredibili leggende transgender che prima di me hanno spalancato queste porte per fare in modo che potessi essere qui stasera”, ha evidenziato rivolgendo poi un pensiero all’amica e musicista Sophie, morta in un incidente ad Atene nel 2021. “Mi avevi detto che sarebbe successo, ha sempre creduto in me – ha raccontato – Grazie per avermi ispirato, sarà un qualcosa che porterò per sempre nella mia musica”. Tra i momenti più emozionanti della cerimonia c’è stato anche quello legato alla miglior canzone ‘per il cambiamento sociale’. E’ stata direttamente la First Lady Jill Biden a premiare Shervin Hajipour, giovane cantante iraniano arrestato e trattenuto diversi giorni in carcere a ottobre prima di essere rilasciato su cauzione, per il brano ‘Baraye’, diventato inno delle proteste nel paese dopo l’uccisione di Mahsa Amini. L’artista 25enne – che ha scoperto di aver vinto in diretta mentre guardava lo show – è accusato di “propaganda contro il regime” e “istigazione alla violenza” secondo l’organizzazione Human Rights Activists in Iran. Hajipour, a cui è stato proibito di lasciare il paese, rischia fino a sei anni di carcere.