Il Papa: Presto nella Terra dei Fuochi. Il vescovo di Acerra: Abbiamo bisogno del suo aiuto, qui si muore ancora

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In foto Papa Francesco

“Ancora una volta diciamo grazie a Papa Francesco per la sua speciale attenzione alle nostre terre, alle diocesi più colpite dall’inquinamento e alle sofferenze della gente”. Così il vescovo di Acerra, monsignore Antonio Di Donna, commenta le parole di oggi del Papa che, durante la preghiera del Regina Coeli, ha ricordato la sua mancata visita nella Terra dei fuochi che doveva avvenire oggi, e la promessa del Pontefice ad effettuarla non appena possibile. Le parole del Papa sono un “ulteriore incoraggiamento – sottolinea il vescovo – a non abbassare la guardia di fronte al dramma ambientale, che rischia di passare in secondo piano in questo tempo di emergenza sanitaria da pandemia”. “Lo aspettiamo ancora e speriamo di vederlo presto” aggiunge Di Donna. “Oggi come Chiesa di Acerra – continua – noi ci impegniamo a continuare a tenere ancora accesi i riflettori sull’inquinamento delle nostre terre e a risvegliare le coscienze”, per una “operazione verità in dialogo con le Istituzioni”, e giungere a quella che il Papa chiama “conversione ecologica”.
Il vescovo di Acerra ricorda inoltre che si tratta di un “impegno non solo nostro, ma comune ad altre nove diocesi del territorio compreso tra Napoli a Caserta”, che insieme hanno “coinvolto parroci e sacerdoti in un partecipatissimo incontro a Teano lo scorso 14 gennaio”, e proprio “ad Acerra lo scorso 18 aprile doveva tenersi un grande raduno dei vescovi italiani impegnati particolarmente per la difesa del creato nelle terre delle loro diocesi dove insistono siti inquinati di interesse nazionale”, anch’esso purtroppo rinviato a causa della pandemia. A maggior ragione, aggiunge il presule, la promessa del Pontefice di recuperare questa storica visita appena possibile, rappresenta “una nuova iniezione di fiducia e di speranza per riprendere questo impegno, per le famiglie, in modo speciale quelle dei bambini e dei ragazzi colpiti dalla malattia”, perché, continua Di Donna, “nelle nostre terre si continua a morire per l’emergenza ambientale”. L’ultima vittima, in ordine di tempo, il giovane acerrano Stefano Sorano, di soli 24 anni: dopo la sua morte il vescovo di Acerra aveva ancora una volta invocato una “giornata in ricordo delle vittime dell’inquinamento perché non cadano nella dimenticanza”. Da parte del vescovo Di Donna, un rinnovato appello affinché “venga fatta finalmente verità nei nostri territori garantendo uno sviluppo vero alle nostre terre, che ponga al centro l’uomo, il suo sviluppo integrale, compatibile con la fondamentale e originaria vocazione agricola, archeologica e turistica”. Ancor più “in questo tempo in cui l’emergenza dell’epidemia ha messo in ginocchio proprio l’economia agricola e il turismo”. Perché, chiosa il presule, “questa pandemia non faccia ulteriori vittime: questa volta non di natura sanitaria ma economica e morale”.