Imprese culturali: a Napoli un incubatore finanziato da Invitalia, Mann e Federico II

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in foto il Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli)

Un incubatore per valorizzare le imprese culturali che operano sul territorio. E’ questo l’obiettivo che si pone il partenariato pubblico tra Museo archeologico nazionale di Napoli, Federico II ed Invitalia, l’agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa, che prenderà il via il prossimo ottobre e che oggi 7 settembre è stato presentato durante un incontro al Giardino delle Fontane del Mann, alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi. “Un esempio virtuoso di un modello che insieme al ministro Franceschini cercheremo di applicare a livello nazionale”. Così definisce la cooperazione tra istituzioni e polo museale Manfredi, che rilancia: “Ci sono attività di tipo formativo, partirà un master ad hoc. Si creeranno opportunità di crescita, dal punto di vista culturale con la didattica che verrà fatta anche al museo e attività di dottorato sviluppate sempre all’interno del Mann”. L’idea “è che nasca anche un indotto con progetti portati avanti da giovani dottorandi e – prosegue il ministro – da giovani ricercatori che lavoreranno a queste iniziative”. Creare, quindi, una nuova economia legata alla valorizzazione dei beni culturali, intercettando progetti di sviluppo, promossi da piccole e medie imprese, interessate a valorizzare il territorio partenopeo. E in tal senso il Mann costituisce il riferimento sul posto, consolidando una vocazione: quella a portare al di fuori dalle sua mura i progetti messi in campo dall’amministrazione con la Rete Extramann. “L’obiettivo è quello di rendere la cultura un reale motore di sviluppo”, dice il direttore del museo Paolo Giulierini. Il partenariato si svilupperà grazie ai fondi messi in campo da Invitalia e sarà realizzato con fondi nazionali ed europei: da ‘Resto al Sud’ a ‘Cultura Crea’, molte le iniziative pubbliche a cui poter attingere per sostenere le nuove programmazioni. “Adesso siamo pronti a partire – commenta Ernesto Somma, responsabile Business Unit di Invitalia – i soldi ci sono, servono però progetti all’altezza”.