Maschera fredda e tenera, l’Arlecchino di Picasso a Napoli

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Pablo Picasso non era di certo un uomo semplice. E non nel senso dell’ essere uomo dal talento eccezionale, genio indiscusso tra i grandi maestri del XX secolo, ma perché, semplicemente, aveva un carattere spigoloso e non privo di difetti: inguaribile tombeur de femmes, egocentrico, terrorizzato dalla possibilità di diventare povero, testardo e solito alla risposta sagace quando lo si interrogava sulla propria produzione. 

Eppur quell’omino dal brutto carattere conservava in sé un amore instancabile e imperituro per l’arte, per una pittura intesa come continua ricerca. E’ l’artista che in assoluto ha prodotto di più, aprendo la strada a correnti inaspettate, a sperimentazioni fino ad allora inimmaginabili. E’ da Sabato 18 Giugno, e fino a Domenica 11 Settembre 2016, che è possibile affiancarsi ad una delle più amate opere dell’artista malagueño, Arlecchino con specchio (Arlequin au miroir), presso le  Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale di Intesa Sanpaolo a Napoli.

La tela è stata svelata lo scorso Venerdì alla presenza di Michele Coppola, Responsabile Attività culturali, e Paloma Alarco’, Curatore Responsabile di pittura moderna del Museo Thyssen – Bornemisza, segnando il secondo appuntamento de L’Ospite Illustre, rassegna già avviata con il Ritratto d’Uomo di Antonello da Messina, conservato a Palazzo Madama di Torino. L’iniziativa promuove tutta una serie di eventi espositivi di grandi opere d’arte provenienti da collezioni prestigiose, assecondando un rapporto di collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali o estere.

BASSA PabloPICASSO Arlecchino con specchioPabloPicassobySIAE2016b

Arlequin au miroir fa parte del ciclo di Arlecchini seduti realizzati nel corso del 1923. L’opera, una delle perle del museo madrileno Thyssen – Bornemisza, si caratterizza per quelle tinte fredde che si accendono improvvisamente di teneri bruni  e marroni sanguigni, quasi a ricordare la terra arsa di Spagna e rimanda, senza troppi misteri, alla produzione del periodo blu e rosa negli elementi costruttivi. 

Innegabile è l’influenza subita dalla visita compiuta a Pompei da Pablo Picasso nel 1917 nonché la lezione rappresentata da Madame Moitessier seduta di Ingres (conservata oggi alla National Gallery di Londra) nel motivo della mano accostata al volto. Ma forse l’aspetto più interessante è che Arlecchino con specchio rincorre anche quel legame saldo tra Picasso e Napoli e soprattutto la passione, condivisa con artisti quali Gino Severini e André Derain, per la Commedia dell’Arte, da considerarsi come grande metafora esistenziale, e i suoi beniamini.

E, infatti, nel 1920 Picasso curò le scene e i costumi del Pulcinella di Igor Stravinskij, trovando ispirazione negli studi che a Napoli aveva condotto sulla maschera. L’opera sarà rimessa poi in scena, con quelle stesse scenografie, al San Carlo nella stagione ’86-’87. Con Napoli, del resto, Pablo condivideva un cuore mediterraneo, acceso, impulsivo e una spensieratezza che può essere racchiusa tutta in un suo celebre adagio :”Se dipingete, chiudete gli occhi e cantate”.