Mostre, “Costruire e comporre”: alla Galleria Fonti la personale di Salvatore Emblema

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La Galleria Fonti di Napoli presenta “Costruire e comporre cinquanta_ottanta”, seconda mostra personale di Salvatore Emblema in galleria. Una nuova, e mai così organica, collaborazione tra la Galleria Fonti e il Museo Emblema.
La mostra è una diretta rielaborazione del concept espositivo “Costruire e Comporre” ideato dal Museo Emblema per il calendario di iniziative espositive del 2019. I lavori in mostra, tutti provenienti dalla collezione degli eredi dell’artista, tracciano un percorso di riesamina, dal taglio quasi darwiniano, all’interno dell’evoluzione formale di Salvatore Emblema. Dagli esperimenti materici degli anni ’50 fino alla svolta marcatamente pittorica e gestuale della prima metà degli anni Ottanta. Una mostra espansa Costruire e Comporre, che alterna opere pittoriche, sculture, documenti fotografici e prototipi di istallazioni ambientali.
L’obiettivo è quello di inquadrare i cambi di registro, di medium e di finalità espressive messi in atto dall’artista, nel corso di un’ampia porzione della sua carriera; in un gioco quasi matematico di cause ed effetti contrapposti. Punto centrale dell’esposizione è il passaggio stilistico che si verifica nella ricerca di Emblema tra il finire degli anni ‘70 e l’affacciarsi del decennio successivo. A partire dalla prima metà degli anni ’80, infatti, nella produzione di Salvatore Emblema prende il via quella che -a prima vista- si lascia percepire come una specie di “controriforma pittorica” che pare annullare e sostituire il lavoro sulla Trasparenza tutto teso, all’opposto, allo studio della pittura al netto della pittura stessa.
Questa mostra si propone di mettere a fuoco questo processo di riscrittura degli stilemi operativi, con un meccanismo critico volto a rintracciare una sottile ma tangibile continuità evolutiva. Ne viene fuori un congegno di diretta filiazione tra l’approccio finitamente pittorico se non addirittura “para-figurativo” dei quadri realizzati a partire dalla Biennale del 1982 e le precedenti indagini sul paesaggio e sull’architettura che Emblema portava avanti con le sue istallazioni ed interventi ambientali fatti di tele nude e reti metalliche assestate ai limiti del grid minimalista. La mostra si avvale di un consistente apparato documentario, fornito dall’Archivio della famiglia dell’artista, che predispone un contrappunto cronologico e scientifico ai lavori in mostra.