Nuova vita per Palazzo Zevallos: come godere le sue opere d’arte anche senza le Gallerie d’Italia

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In foto Palazzo Zevallos Stigliano

Nuova vita per Palazzo Zevallos. Proprio il maestoso palazzo monumentale ubicato in via Toledo, che ospita l’omonima galleria museale facente parte delle Gallerie d’Italia di proprietà del gruppo Intesa Sanpaolo, sta per cominciare una nuova fase della propria storia. Dal 1637 è stato prima residenza nobiliare, poi borghese fino a diventare sede della Banca Commerciale Italiana, e in tempi recentissimi galleria d’arte. L’anima evidentemente irrequieta dell’edificio lo porta ora verso una nuova avventura: sarà la sede principale la Scuola superiore meridionale, una Scuola internazionale di alta formazione e ricerca incardinata nella Federico II. Evviva. Morto il re, viva il re, si diceva una volta. Ma mentre il palazzo veleggia spedito verso nuove avventure è lecito interrogarsi circa la sorte delle opere d’arte che hanno composto l’esposizione stabile della galleria essendo il patrimonio artistico della Banca, e delle esposizioni di altissima qualità che il pubblico italiano e straniero aveva cominciato a frequentare grazie anche al prezzo d’ingresso contenuto e incerti casi gratuito. Fortunatamente le esposizioni migreranno solo di qualche metro, con buona pace dei passanti che potranno continuare a decidere d’entrare nel museo all’improvviso, anche durante lo shopping, e rilassarsi per un po’ al cospetto della vera bellezza. La sede del Banco di Napoli, opera dell’architetto Piacentini, dista pochi metri dal palazzo Zevallos, e sta predisponendo tutti gli spazi per ospitare la collezione e le prossime esposizioni. L’augurio è che possano raggiungere risultati ancora più gratificanti dei traguardi fin ora raggiunti. La problematica economica che sembra essere stata alla base del cambiamento infatti, poco è stata alleggerita dallo sbandierato numero dei 200 000 visitatori raggiunti. La redditività dei beni culturali, che piaccia o no, è il loro elisir di lunga vita. A Palazzo Zevallos lo splendore dell’arte è servito per soli cinque euro e, nel caso si fosse clienti della banca (basta il possesso di un bancomat) l’ingresso è gratuito. Bene, applaudirebbe qualcuno. Applauso sospeso. Se le opere offerte al pubblico sono, per ogni esposizione, una sequenza di quadri davanti ai quali fare una passeggiata più o meno veloce. Se la differenza tra un esposizione e l’altra, il picco creativo, consiste solo nel cambiamento del colore delle quinte d’esposizione, allora non ci sono obiezioni. Ok il prezzo è giusto, urlava una volta la presentatrice in tv. Non si può chiedere senza dare. Il turista, anche quello entrato per caso anche solo per ripararsi dalla pioggia o per stare un po’ tranquillo, dev’essere conquistato alla visione, deve bloccarsi davanti elle opere travolto dalle proprie emozioni, dal sentimento di autoidentificazione, dalla curiosità. Questi effetti non si raggiungono certo allineando quadri, istallando qualche cartellone con un sommario riassunto di ciò che si sta vedendo e didascalie solo in lingua italiana. il testo di un pannello che non suscita l’interesse di un visitatore difficilmente può stimolare un esperienza, anche se è posizionato di fronte ad un importante elemento del patrimonio. Bisogna infatti fare in modo di stimolare anche un’esperienza interiore (psicologica) che si aggiunga a quella esterna (sensoriale). Il turista sarà felice di pagare un biglietto più costoso se in cambio riceverà l’esperienza che renderà la sua visita indimenticabile. Invece. Allestimenti realizzati in barba ai sei principi che valutano la qualità dell’interpretazione e alle parole chiave che derivano proprio da tali principi. Esse sono: provocare, correlare, rivelare. Provocare perché lo scopo dell’interpretazione non è insegnare. Correlare perché un interpretazione che non correli in qualche modo quello che si sta mostrando o descrivendo alla personalità e all’esperienza dell’osservatore sarà solo uno sterile tentativo. Informare non è rivelare, la rivelazione cui ogni lavoro d’interpretazione deve tendere, non può però non contenere informazioni. Questo è il motivo per cui la definizione del tema aiuta ad esprimere i significati. Attenzione però: i temi però, non sono la stessa cosa degli argomenti: infatti i temi individuano i significati mentre gli argomenti servono a classificare i fatti. Un esempio: in una mostra dedicata a Palazzo Zevallos, ullallà che coincidenza, l’argomento potrebbero essere i cicli di vita dell’edificio. Il tema, invece, non potrà che essere la scuola che si insedierà a Palazzo Zevallos, che aprirà un nuovo mondo agli studenti e agli studiosi che vi lavoreranno.