Recovery plan, il Governo accelera su opere ferroviarie e contratto Mims-Rfi. Giovannini: Più veloci del previsto

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in foto Enrico Giovannini, ex ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili

Con l’approvazione del decreto legge di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Consiglio dei ministri oggi ha dato il via libera alle norme che consentono di accelerare l’iter di approvazione del Contratto di programma quinquennale tra ministero delle Infrastrutture Rete ferroviaria italiana (Rfi) e di velocizzare l’iter autorizzativo di tutti i progetti ferroviari. Lo comunica il ministero in una nota specificando che “queste riforme, inserite tra quelle previste dal Pnrr entro la fine del 2021, si aggiungono a quelle inserite dalle Commissioni Trasporti e Ambiente della Camera nella conversione del decreto legge Infrastrutture e che riguardano la sicurezza di strade, ponti, viadotti, il piano invasi e la pianificazione strategica delle Autorità portuali”. “Con l’approvazione di questi provvedimenti – ha detto il ministro Enrico Giovannini – il Mims completa il quadro delle riforme previste tra gli obiettivi del Pnrr di quest’anno e anticipa anche alcuni target previsti per il 2022”. “Siamo particolarmente soddisfatti – ha aggiunto il ministro – perché tali riforme modificano in modo significativo le procedure attuali nell’ottica dell’accelerazione dell’attuazione del Piano, ma anche di progetti finanziati attraverso altre fonti, nazionali ed europee”.

Sulle opere ferroviarie iter ridotto a 6 mesi (invece di 11)
La riforma che accelera l’iter di approvazione del Contratto di programma Mims-Rfi, spiega più in dettaglio il ministero, “riduce a otto mesi tempi che in passato hanno richiesto anche tre anni: le fasi del nuovo iter autorizzativo sono state ridotte da 12 a 3, eliminando la ripetizione di passaggi di concertazione, ma confermando il coinvolgimento di tutte le istituzioni, compreso il Parlamento, che oggi contribuiscono al processo”. Quanto all’accelerazione degli iter di approvazione di tutti i progetti ferroviari, la riforma approvata “consente di ridurre i tempi da 11 a 6 mesi”. “Per conseguire tale obiettivo – spiega il ministro Giovannini – le procedure già utilizzate per le opere prioritarie del Pnrr vengono estese a tutte le opere ferroviarie, comprese quelle finanziate con i fondi ordinari e i fondi strutturali europei: in questo modo si garantisce priorità a quella che viene definita ‘la cura del ferro’, prevista per i prossimi dieci anni e che consentirà non solo di abbattere le emissioni inquinanti, ma anche di ridurre le disuguaglianze territoriali attraverso il potenziamento delle interconnessioni ferroviarie, specialmente nel Mezzogiorno, e migliorando i collegamenti con le aree interne”.

Strade: Mims chiarirà le competenze su manutenzione opere
Il ministero segnala inoltre che con alcuni emendamenti al Dl Infrastrutture (n.121/2021) il ministero ha ha anche introdotto altre riforme in materia di opere stradali. “La prima – si legge nel comunicato di Porta Pia – la cui scadenza era prevista per la fine del 2021, è volta a migliorare la sicurezza sulle strade chiarendo il riparto di competenze e responsabilità tra enti locali e Anas/concessionari su ponti, viadotti, sottopassi e sovrappassi che intersecano la viabilità principale. Un decreto del Mims individuerà le opere sulle quali la manutenzione è di competenza di Anas e dei concessionari”. La seconda riforma riguarda il “piano invasi” per l’approvvigionamento idrico e va nel senso “sia di semplificare il quadro normativo sia a supportare gli enti attuatori nelle diverse fasi di pianificazione degli investimenti e della realizzazione delle opere. Si tratta di una riforma la cui scadenza nel Pnrr era prevista per marzo 2022”. Infine, la terza riforma riguarda la semplificazione della programmazione strategica da parte delle Autorità portuali, prevedendo “lo snellimento dei procedimenti amministrativi per l’approvazione del documento di programmazione strategica di sistema senza tuttavia ledere la possibilità di interventi e partecipazione di regioni ed enti locali, che potranno esprimersi in sede di Conferenza dei servizi. In questo caso, la riforma è stata anticipata di un anno rispetto alla scadenza di fine 2022 indicata nel Pnrr”.