Speriamo che l’erba cresca

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A partire dal 2016 calerà finalmente la pressione fiscale, dicono. E assicurano: via anche l’IMU. Ma, c’è da fidarsi? Ormai siamo un paese ricco. Abbiamo sconfitto la crisi. Diminuisce la disoccupazione. Evviva, champagne! Purtroppo non è ancora realtà, ma solo una promessa, cioè una speranza. Chissà se la manterranno! Gioisce anche chi vive al di sotto della soglia di povertà, che tasse non ne paga, né ha una casa. Ce la meritavamo un buona notizia, dopo tanti anni di delusione. Anche se, per la verità, avremmo preferito una sorpresa. Un decreto legge, controfirmato dal capo dello stato – dopo avere accertato che ci sono i fondi necessari – riduce la tassazione al 33%. Niente più imposte sulla casa. Questo accade nel paesi democratici. Da noi, invece, si annuncia. Poi si vedrà. Intanto, la gente si illude. Quindi, è ben disposta ad accettare l’aumento della benzina – anche se il petrolio diminuisce – e delle tariffe postali, oltre ad altre gabelle. E magari lo slittamento del provvedimento all’annualità successiva e poi a quell’altra ancora. Non tutti al governo concordano sulle cifre da diffondere. Quindi, non sono vere. Si ripete su un intero popolo l’aneddoto del contadino che, per risparmiare, dava sempre meno biada al cavallo. Ma, proprio quando il povero animale si era abituato a non mangiare, morì.

La cuccagna sta per finire

Finalmente figli indignati contestano genitori genuflessi al potere. Plurale esagerato e ottimista. In realtà, c’è un solo ribelle, all’Aquila, che cerca di scuotere la coscienza del padre. Gli ricorda che il dovere primario di ogni individuo è difendere la prole. Come qualsiasi animale, tranne l’uomo. Gli altri preferiscono gli effimeri benefici della complicità. Ma è già un inizio, dopo un ventennio di rassegnata inedia. Deve pur esserci un secondo figlio a ribellarsi. E poi un altro ancora. Se no, è finita per tutti. Anche per coloro che si ritengono privilegiati. È così che nascono le dittature. Non bisogna scegliere il meno peggio. Il male minore prima o poi diventa peggiore. L’Italia possiede persone migliori tenute lontano dalla politica. I giovani debbono riappropriarsi del loro avvenire. Molti padri stolti e ambiziosi hanno consentito che glielo rubassero. Non è necessaria una rivoluzione. Basta che si sveglino i figli di coloro che votano per compiacere chi è al comando. Non avremmo conosciuto gli orrori del nazismo né le rovine del fascismo se i parlamentari di allora avessero votato per la propria famiglia, anziché per l’uomo forte. Certo, oggi è più difficile dissentire, non essendo deputati e senatori rappresentanti del popolo ma designati dall’alto, quindi vassalli del potere. Grazie alla lentezza della Corte costituzionale e alle sue sentenze ambigue, si scelgono i mediocri in modo che il gallo sul covone di immondizia si creda più alto. Elezioni inutili. Falsa democrazia. Tutto viene stravolto da chi è giustamente grato per uno status cui sa di non avere diritto. La coscienza non rimorde perché anche i propri figli ne beneficiano. Quelli degli altri si arrangino. Del resto, la povera gente non ha mai avuto diritti. Mai come in questo ventennio, apparentemente pacifico. Anche quando, tra tanti anni riusciremo a cancellarlo dal costume, dalla morale e dalla memoria, rimarrà, comunque, una grossa macchia indelebile nella Storia.

Politici devoti ma pericolosi

Ci indignavamo quando i delinquenti erano autorizzati ad accusare di persecuzione il proprio giudice. Allora, almeno, il parlamento era complice servile, ma non corrotto. Credevamo fosse una stagione dimenticata. Invece, non è cambiato nulla. Adesso si attenta addirittura alla Costituzione, ma nessuno si scandalizza. Neppure i comunisti, che hanno voltato gabbana, pur non perdendo il look. Si priva la democrazia dei contrappesi di equilibrio e si spaccia un golpe per riforme salutari. Era più divertente che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Ora deputati e senatori ritengono che la palla al piede dell’Italia sia il bicameralismo, che si potrebbe ovviare in altro modo. La soppressione del Senato nasconde pericoli che tutti fingono di ignorare, per mendicare una candidatura. Ridateci il bunga-bunga e le Olgettine, che erano patetici ma non dannosi. Almeno gli stranieri ridevano, come un tempo di pizza e mandolino. La democrazia, però, aveva ancora basi solide. Adesso siamo tristi. L’Italia è faceta – e per questo simpatica – per cultura e tradizione. Quando, invece, vogliamo fare sul serio si annida sempre il tradimento. Adesso il capolavoro dei padri costituenti viene stravolto da un’esordiente, per la verità, molto carina. Diceva lo stesso, al maschile, Cossiga quando gli si chiedeva delle qualità di Casini.