Tunisia, intesa Italia-Tunisi per valorizzare società della conoscenza

74

Incoraggiare la società civile ad assumere un ruolo attivo nel processo di innovazione e di valorizzazione delle conoscenze scientifiche, supportando le associazioni e valorizzando la condivisione di buone pratiche. Questo lo scopo del progetto di cooperazione transfrontaliera Tatrac (Tessuto associativo per trasferimenti di conoscenze), finanziato dal programma Enpi Italia-Tunisia 2007-2013, che ha tenuto nei giorni scorsi ad Hammamet un seminario conclusivo.

Il 30 giugno 2016, infatti, il progetto si concluderà definitivamente dopo due anni e mezzo di attività strutturate attorno allo sviluppo di una ‘roadmap’ sulla metodologia di trasferimento delle conoscenze ed un percorso formativo in due fasi, cominciato con una settimana di formazione e visite in Sicilia, con il coinvolgimento di oltre 15 associazioni tunisine e 6 realtà siciliane, proseguito in una seconda fase di formazione, a Nabeul (Tunisia) nel novembre scorso.

Le idee progettuali e le relative attività svolte dalle associazioni tunisine sono poi state presentate nel seminario di Hammamet, fornendo un’ulteriore opportunità di scambio e condivisione fra le associazioni che hanno preso parte al progetto.
In particolare è stata pubblicata la prima versione del principale risultato del progetto, ovvero la “Guide de transfert”, un prodotto composto da due manuali: la “Guide de Sensibilisation Patrimoine” sul patrimonio condiviso fra Italia e Tunisia, risultato del lavoro congiunto dei partner tunisini del progetto, e la “Guide de Formation” sui contenuti del percorso formativo, sviluppata dai partner italiani.

Capofila del progetto Tatrac è l’Anpr – Agence Nationale de Promotion de la Recherche Scientifique, in collaborazione con i vari partner tunisini Isban – Institut Supérieur des Beaux-Arts de Nabeul, Essect – École Supérieure des Sciences Économiques et Commerciales de Tunis, Ishtc – Institut Supérieur d’Histoire de la Tunisie Contemporaine, e italiani, So.Ge.V.I, Società di Gestione della Valle d’Ippari, Cesie, Centro studi e iniziative europeo e Università di Catania – Dipartimento di Ingegneria industriale.