Covid-19, Colao (Cattedra UNESCO): Dopo chiusure, aiuti a famiglie per alimentazione ed esercizio fisico bambini

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In foto Annamaria Colao (foto di Annalisa Carbone)

di Giuseppe Delle Cave

“Per i bambini la chiusura delle scuole equivale ad un vero e proprio lockdown, anche in parti del Paese dove non c’è la zona rossa. Lo Stato deve immaginare nuove forme di sostegno per contribuire all’alimentazione dei più piccini, specie nelle aree disagiate del Paese, non trascurando – peraltro – di mettere a disposizione, contestualmente, spazi ed attività finalizzate all’esercizio fisico”. La professoressa Annamaria Colao, ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e titolare della cattedra UNESCO su “Educazione alla Salute e allo sviluppo sostenibile”, non ha dubbi: “I bambini, insieme agli anziani, saranno quelli che pagheranno il conto più salato di questo periodo di pandemia. Non soltanto dal punto di vista psicologico ma anche e soprattutto sul piano fisico”.

Professoressa Colao, cosa ne pensa dello studio dell’Università Cattolica di Roma secondo cui per un bambino su cinque la famiglia di appartenenza vive nel timore di non avere soldi a sufficienza per acquistare il cibo fino alla fine del mese?
“Che la malnutrizione è un fenomeno assai presente e pernicioso nel nostro Paese. Rappresenta una minaccia davvero molto seria per la salute dei nostri bambini. Peraltro, bisogna distinguere fra la cattiva alimentazione che discende dalla impossibilità delle famiglie di accedere agli alimenti per via di un conclamato stato di povertà e la malnutrizione da obesità, in cui vi sono molti grassi saturi e la risposta del sistema immunitario finisce per essere comunque compromessa”.

Una situazione che rischia di peggiorare con il Covid-19 e la chiusura delle scuole…
“Non v’è dubbio. In alcune famiglie i bambini il pasto vero, bilanciato, lo mangiano a scuola. La chiusura degli istituti per loro equivale ad un vero e proprio lockdown, dove una serie di funzioni finiscono per essere compromesse. E non mi riferisco soltanto all’alimentazione ma anche all’esercizio fisico”.

Eppure, oltre alle scuole, ad essere chiusi sono anche i parchi comunali?
“E questo è ragionevole perché la preoccupazione principale degli amministratori locali è ridurre gli assembramenti. Ma così i bambini finiscono per stare sul divano, tra tv e dispositivi vari, con un enorme danno per la salute sia fisica che mentale”.

Cosa bisognerebbe fare secondo lei?
“Prevedere, anche con l’ausilio degli assistenti sociali, spazi per l’esercizio fisico. In sicurezza, con ordine e con intelligenza. Ma è necessario che ciò accada”.

Professoressa, tornando invece all’alimentazione, quale potrebbe essere la strada per evitare che i bambini patiscano troppo l’assenza del servizio di refezione scolastica?
“Serve un aiuto diretto alle famiglie per poter sostenere l’acquisto di alimenti freschi, frutta e verdura soprattutto, per l’approvvigionamento dei più piccini. Per quella fascia ristretta di popolazione che è vicina o, addirittura, al di sotto della soglia di povertà occorrerebbe pensare ad un bonus spesa. Ad uno strumento sostitutivo della mensa scolastica. Altrimenti i bambini continueranno a seguire una dieta sbagliata, fondata su cibi di scarsa qualità, perché più economici”.

E’ un discorso che per certi versi vale anche per gli anziani?
“La malnutrizione negli anziani è molto più diffusa di quanto non si creda. Spesso tutta la parte proteica della loro dieta salta, causando un quadro di sarcopenia, cioè di perdita di massa muscolare.  E ciò a lungo andare si riverbera pericolosamente su organi come
cuore, intestino o apparato respiratorio. Quindi, sarei cauta rispetto alla proposta di
attuare un lockdown soltanto per gli anziani che risentirebbero ulteriormente di un forzato isolamento”.