Fca, Fiom: per operai 989 euro in più con contratto nazionale

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Un operaio di terzo livello di Fca se fosse inquadrato con il contratto nazionale dei metalmeccanici di Federmeccanica avrebbe 76 euro in più al mese e 989 euro in più all’anno. Lo sostiene la Fiom, che nelle prossime settimane avvierà una campagna di assemblee negli stabilimenti Fca e Cnh, per illustrare le diversità tra i due contratti. E ancora: “Per i prossimi tre anni per un lavoratore metalmeccanico i minimi tabellari in paga base verranno adeguati all’andamento a consuntivo dell’inflazione, mentre per i dipendenti di Fca non ci sarà alcun incremento dei minimi in quanto il contratto del 2013 ha escluso aumenti sui minimi tabellari e non prevede aumenti collettivi in busta paga” ha detto De Palma, che ha fatto il punto tra i due contratti anche sotto altri profili: dal fondo Cometa al fondo sanitario fino ai “Flexible benefit”. “La nostra vuol essere una campagna di informazione visto che il contratto specifico di lavoro Fca scadrà nel 2018. Ora gli obiettivi finanziari sono stati raggiunti dall’azienda, quindi è ora di rivedere anche le condizioni dei lavoratori” ha precisato De Palma. Lavoratori su cui pesa un clima di incertezza riguardante i prossimi investimenti nelle fabbriche italiane, hanno riferito De Palma e Federico Bellono, segretario torinese della Fiom. “C’è una necessità di certezza sul futuro da parte dei lavoratori soprattutto quelli di Cento, che costruiscono i motori messi sotto inchiesta dall’autorità americana” ha chiosato De Palma. Mentre Bellono è tornato alla carica con “il secondo modello per Mirafiori”. “Se la logica è quella di vedere prima come va sul mercato lo Stelvio, sarà difficile aspettarci annunci in tempi brevi, anche se le condizioni per nuovi investimenti ci sarebbero” ha commentato Bellono, che lamenta lo scarso mordente del governo sui temi dell’industria dell’auto. “Non basta la difesa del governo nei confronti delle accuse dei tedeschi. Oggi Trump incontra Marchionne e gli altri manager delle case automobilistiche, mentre da questa parte dell’oceano c’è un vuoto assoluto, e in Italia manca un dibattito sul futuro dell’auto” ha sostenuto De Palma. “Il punto non è che Gentiloni dovebbe fare come Trump, ma certo la condotta del presidente americano mette in risalto l’immobilismo che si percepisce qui. Sarebbe auspicabile un atteggiamento meno passivo e acquiescente” ha concluso Bellono.