Metaverso in ambito formativo, a Napoli con il Tech Boost Summit Italia le prime istruzioni per l’uso

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Le regole, le prime, per iniziare a scrivere un manuale di istruzioni per l’uso dell’Eduverso in Italia. Il viaggio nella letteratura del Metaverso è iniziato con un documento realizzato con i contributi dei relatori e dei partecipanti al primo Tech Boost Summit Italia che si è tenuto oggi a Palazzo Caracciolo a Napoli.
Il format, sperimentato in Germania da Straightlabs GmbH & Co. KG in collaborazione con Meta, è stato realizzato in Italia da Itaca Educationla startup che ha sede a Pontecagnano Faiano (Salerno), in collaborazione con Straightlabs GmbH & Co. KG, WIPLAB, Ineedit, ResearcHu Institute e Cesfol.
La tavola rotonda dal titolo “Il viaggio dalla scuola all’integrazione nel mondo del lavoro” ha rappresentato un luogo di confronto che ha messo in relazione il mondo della ricerca scientifica con quello della scuola, delle imprese e di quanti oggi sono impegnati nell’elaborazione di contenuti didattici e formativi per il Metaverso.
Dopo i saluti di Imma Stizzo, Ceo di Itaca, sono seguiti gli interventi dall’Università di Essex di Vito De Feo (in collegamento), neuroscienziato computazionale; dei docenti Thomas Tolari e Pietro Danesi, che hanno illustrato il modello didattico e formativo sperimentato dagli allievi dell’Istituto De Franceschi Pacinotti di Pistoia; di Costanza Andreini, public policy manager Meta con il suo contributo sul futuro del Metaverso in Italia, e di Fabrizio Palmas, Cto&Creative Director Straightlabs Gmbh.
Durante i lavori ognuno ha dato il proprio contributo definendo quelle che potrebbero essere le linee guida da inserire in un ideale “libretto d’istruzioni” per un uso consapevole dell’Eduverso. Il ragionamento ha tenuto conto anche delle ricerche sul “consumo” del Metaverso. Secondo l’indagine demoscopica condotta dal Metaverse Marketing Lab della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Izi Metodi, Analisi e Valutazioni Economiche più di 22 milioni di italiani (un campione di 1000 casi dai 16 ai 50 anni) conoscono il Metaverso e le tecnologie ad esso legate, e oltre 2 milioni di persone hanno provato la realtà immersiva nel nostro Paese. Sul fronte delle funzionalità il 33% ha utilizzato un visore di realtà virtuale e circa il 10% piattaforme di mondi virtuali (come Decentraland e The Sandbox). Dai dati annunciati durante i lavori da Fabrizio Palmas, Cto&Creative Director Straightlabs Gmbh l’Italia deve recuperare 9 anni rispetto alla Germania che sul fronte dell’alfabetizzazione digitale nelle aziende è considerata la nazione trainante.

LE “REGOLE” CONDIVISE. Dai contributi dei relatori sono emerse le seguenti linee d’indirizzo per un uso costruttivo dell’Eduverso. L’esperienza di apprendimento deve essere Immersiva, Accessibile ed Inclusiva; la Tecnologia si deve sviluppare nella direzione del coinvolgimento e della motivazione; la rappresentazione multisensoriale è la base dell’apprendimento; con l’Eduverso la didattica tradizionale e la didattica innovativa devono avere punti di convergenza, mantenendo ognuna la propria identità; l’Eduverso va vissuto come luogo di apprendimento esperienziale; anche per l’Eduverso è necessario un programma di formazione per i formatori che metta in campo esperti esterni in grado di attingere alle diverse competenze; infine “regole di ingaggio” chiare quando si parla di educazione e tecnologia – partecipazione di tutti, investimento costante e competenze.
Parlando di soft skills è emerso che l’apprendimento attivo nel Metaverso favorisce l’adattamento alle nuove tecnologie e stimola la creatività per esperienze innovative; la capacità di collegare idee diverse nel Metaverso promuove l’innovazione attraverso l’intersezione di tecnologia, arte e scienza sociale; nel Metaverso, le soft skills sono cruciali per favorire interazioni simili alla vita reale e una collaborazione inclusiva. “Avevamo immaginato il Tech Boost Summit come un primo approccio sistemico del Metaverso che sposa l’Education – commenta Imma Stizzo –. Ci siamo trovati di fronte ad un progetto che è stato in grado di andare oltre e di gettare le basi per una consapevole cultura dell’innovazione metodologica. La formazione, che sia scolastica o aziendale, ha bisogno di metodo e modelli. Oggi con le regole condivise abbiamo sperimentato entrambi. In questo settore la letteratura offre ancora poco, c’è bisogno di attingere all’esperienza ed è quello che con Itaca facciamo, costruendo con le scuole e le imprese i contenuti sartoriali per una formazione mirata ed inclusiva”.