Parole dell’innovazione: la sollecitudine dell’azione e la lentezza della riflessione

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“Le parole corrono”, scriveva il poeta e cantautore James Douglas Morrison. Basta correre sempre con un po’ di fiatone, al pari di Alice nel Paese delle meraviglie? Oppure, è bene affidarsi alle parole della Regina: “Che paese lento! Qui, invece, devi correre più che puoi per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche altra parte devi correre almeno il doppio”. C’è, tuttavia, una terza soluzione: l’affrettarsi lentamente.

Festina lente
Affrettarsi lentamente: la sollecitudine dell’azione unita alla lentezza di un’attenta riflessione.
L’imperatore Augusto, che voleva cambiare in meglio il volto di Roma, nelle sue lettere ufficiali, annotava Erasmo da Rotterdam, raccomandava ai suoi ministri la sollecitudine dell’azione insieme alla lentezza della riflessione. La tempestività del tempo d’azione con una lentezza riflessiva è l’eredità che Erasmus attribuita ai grandi leader. Per avere successo, l’innovazione deve correre alla velocità che le consenta di ottenere risultati efficaci in modo efficiente. Potremmo ritrarre l’innovazione nella somiglianza di un delfino in cui il suo modo di sorvolare la superficie dell’acqua come una freccia e di essere stabile guizzando intorno ad un’ancora si fondono insieme.

Viaggio
Lo scambio e intreccio tra conoscenza riflessiva e libertà esplorativa fa bella mostra di sé nel teatro dell’innovazione. Gettiamo un occhio sulla recita che ha come protagonisti la coppia Karl e Bertha Benz. L’ingegnere e progettista di motori Karl Friedrich Benz (1844-1929) è ritenuto l’inventore dell’autovettura. Nel primo test pubblico di funzionamento, l‘autoveicolo andò a sbattere contro un muro. Ciò bastò per convincere gli abitanti di Mannheim che quella di Benz era opera del diavolo. Scendendo Benz sempre più giù nel pozzo della conoscenza, i test successivi dettero risultati migliori. Tuttavia, a trasformare i prototipi in un prodotto commercializzabile fu la libertà da ciò che è già noto di sua moglie Bertha (1849-1944) la cui mente imprenditrice la stimolò a un viaggio, compiuto insieme ai suoi due giovani figli, sull’autovettura progettata dal marito, guidando per oltre 100 Km da casa sua all’abitazione della madre. La libertà che Bertha si prese fu fonte di peripezie che allungarono il viaggio fino a notte fonda, così come di intuizioni inventive che migliorano la prestazione dell’auto. La ricaduta pubblicitaria che ebbe l’evento segnò l’inizio di una storia di successo che ancora oggi arride alla Mercedes-Benz.

piero.formica@gmail.com