Regione, l’autunno che ci aspetta. Le principali vertenze in corso

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Tra nodi irrisolti e vertenze aperte che autunno sarà? Se lo chiede il mondo produttivo campano che si riaffaccia alla ripresa delle attività, con poche certezze e tante speranze.

Il quadro in Campania

Il punto sulla situazione dell’economia campana lo ha fatto l’Istat che a inizio mese ha fornito i dati economici nazionali. Chiari quelli sull’occupazione. In una Italia che vede il tasso di disoccupazione ridursi la Campania arranca: l’indicatore varia dal 7,9% delle regioni settentrionali, al 10,7% del Centro fino al 20,2% del Mezzogiorno. Come mostrano i dati regionali la Campania si trova in una condizione addirittura peggiore col 20,3% di disoccupazione e 404mila persone in cerca di occupazione su un totale nazionale di 3 milioni e 101mila. Detto in parole povere la ripresa, se c’è, in Campania non si vede. Del resto, i numeri in termini assoluti parlano di un sostanziale stallo: un anno fa in regione erano 1 milione 565 mila gli occupati, oggi sono 1 milione 589 mila su una forza lavoro cresciuta nello stesso periodo di 89mila unità (da 1 milione 963mila a 1 milione 992mila). Un trend che rischia di allargare il gap esistente tra le diverse aree del Paese.

I nodi irrisolti

In questo quadro in chiaroscuro, il mondo imprenditoriale campano si ritrova a ripartire con nodi irrisolti, quelli della burocrazia, dei pagamenti ritardati, della mancanza di infrastrutture, ma anche con tante vertenze da tempo sul tavolo della Regione e della politica più in generale. Il riferimento è ai tanti “casi” di questa Campania, quello per esempio del Porto di Napoli, dove si attende a breve, forse lunedì, la nomina di un nuovo commissario chiamato a rilanciare l’area. Una situazione che si trascina ormai da troppo tempo per scontri tra Comune, Regione e Governo. Il calendario autunnale da questo punto di vista ha già due scadenze fissate, entrambe legate all’attuale commissario, il contrammiraglio Antonio Basile. La prima è il passaggio di consegne con il contrammiraglio Arturo Faraone al comando della direzione marittima della Campania e della Capitaneria di Napoli che si completerà il 27 settembre, la seconda a fine ottobre la scadenza del mandato di commissario straordinario dell’Autorità Portuale di Napoli. Legata a questa situazione c’è anche la questione Conateco, che riguarda 400 lavoratori, con un tavolo presso la sede dell’Autorità. Un mistero buffo, quello del Porto, proprio come quello di Bagnoli. Qui una scelta pare esserci, quella di Salvatore Nastasi quale nuovo commissario di Governo per l’area ufficializzata dal Premier ma non ancora arrivata sul tavolo di Regione e Comune. Nel frattempo l’amministrazione comunale va avanti e lo scontro si fa più duro. Ci sono poi le vertenze aziendali. Ne sono tantissime e citarle tutte sarebbe quasi impossibile. Soffre il settore tessile, annaspa quello chimico ma è di sicuro il comparto metalmeccanico quello più in difficoltà. Ecco un quadro dei maggiori punti di criticità.

Vertenze in via di risoluzione

Quella legata ai quasi 1400 lavoratori della Whirpool è tra le vicende che sembrano ormai avviate sui binari giusti. Dopo il sì all’accordo siglato con i vertici della multinazionale degli elettrodomestici il 2 luglio scorso, il piano per le uscite in mobilità a fini pensionistici va avanti ed entro settembre si dovrebbe avere un quadro più chiaro della situazione. Nel frattempo i lavoratori continuano a essere coperti dagli ammortizzatori sociali che a Napoli si traducono in contratti di solidarietà, a Carinaro in cassa integrazione. Ed entro fine anno dovrebbe concludersi il processo di fusione di Indesit in Whirpool. Altra vertenza sbloccata in extremis prima dell’estate è quella di Firema, L’azienda a luglio, un attimo prima del fallimento, ha ottenuto il placet dei sindacati alla cessione alla cordata composta dall’indiana Titagarh Wagons (90%) e dalla napoletana Adler Plastic (10%). I fari ora sono puntati sul riavvio della macchina produttiva che sconta anche problemi di pagamenti ritardati da parte della Regione. E se molti auspicano il via di Palazzo Santa Lucia ad un piano di ammordernamento del parco treni, le speranze degli 80 lavoratori impiegati a Caserta sono soprattutto legate a nuove possibili commesse estere acquisite dal colosso indiano. E in tema di riorganizzazioni aziendali come non citare il caso del sito produttivo “Opto Supply” Ericsson di Marcianise passato recentemente come ramo d’azienda alla Jabil Italia. Su questa vertenza negli ultimi mesi si sono tenuti tavoli romani, consumati scioperi, bocciati accordi. Nonostante l’impegno della Jabil a investire 8 milioni di euro in tre anni nello stabilimento di Marcianise rimane ancora un punto interrogativo sul futuro dei 400 lavoratori attualmente in cassa integrazione. Situazione simile è quella che riguarda l’Industria Italiana Autobus nella quale sono confluite la vecchia Irisbus di Valle Ufita e la Bredamenarinibus di Bologna. A preoccupare in particolare è il futuro del sito irpino che sta accusando ritardi nella ripresa produttiva, tanto che non più tardi di qualche giorno fa i sindacati hanno chiesto un nuovo tavolo di confronto con Governo e Regione per discutere della mancata presentazione del piano di rilancio da parte dell’azienda a maggioranza cinese. A Palazzo Santa Lucia inoltre le organizzazioni di categoria chiedono bandi che favoriscano maggiormente le realtà campane, visto che l’ultima gara per la fornitura di 60 autobus è stata vinta da una società turca “che in Italia ha solo un ufficio di rappresentanza”, come sottolinea Giovanni Sgambati segretario della Uilm.

Le vertenze da risolvere

Ma i riflettori della Regione saranno in autunno puntati soprattutto su quelle vicende che attendono ancora una svolta definitiva. Quelle più importanti riguardano il riassetto di Finmeccanica. L’obiettivo dell’Ad Mauro Moretti è la concretizzazione del piano di “One Company”, che trasformerà il gruppo da holding di gestione di diverse controllate, finora giuridicamente separate, a società unica. Sono interessate al progetto (oltre alla AgustaWestland) l’Alenia Aermacchi, che in Campania impiega circa tremila persone tra gli stabilimenti di Pomigliano e Nola e la Selex Es che ha invece sede a Giugliano e Bacoli per un totale di circa mille dipendenti. Per entrambe le realtà è prevista la scissione parziale in favore di Finmeccanica, un’operazione i cui esiti non sono ancora ben chiari. Se non si segnalano al momento particolari criticità dal punto di vista occupazionale, il rischio paventato è che il riassetto finisca per penalizzare i siti produttivi campani. Sulla Selex Es in particolare sono più forti le paure in quanto lo stabilimento di Giugliano viene giudicato a rischio chiusura in favore del gemello collocato al Fusaro. Per questo la Regione è già allertata. Non a caso il governatore Vincenzo De Luca nel suo primo discorso al Consiglio regionale sulle linee programmatiche ha invitato Finmeccanica a puntare maggiormente nella nostra regione. Legata a questa situazione c’è anche il futuro di AnsaldoBreda per la quale ad ottobre si attendono novità sul fronte della cessione da parte di Finmeccanica e l’incorporazione nella giapponese Hitachi. Anche qui si temono ripercussioni sugli insediamenti campani. C’è poi tutta una partita che, se possibile, fa più paura. E’ quella di numerose realtà minori arrivate a fine mobilità in deroga senza uno minimo spiraglio di luce. Se ne contano decine in ogni provincia per una stima totale di lavoratori che sfiora le duemila unità. Ixfin, 3M, Italtel, Morteo, Cablauto, le aziende dell’area torrese stabiese sono solo alcuni esempi di crisi aziendali meno visibili ma ugualmente dolorose perché avviate a fallimento. Anche a queste vertenze le istituzioni dovranno cercare di porre in qualche modo rimedio.