Soppressione del corpo forestale, a giugno l’udienza della Corte costituzionale

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Il presidente della Corte Costituzionale, in mattinata, ha deciso che il 5 giugno 2018 sarà discussa dinanzi alla Consulta la questione della legittimità della soppressione del Corpo Forestale dello Stato (CFS) e dell’assorbimento del suo personale nell’Arma dei Carabinieri, cui è conseguita la loro forzata militarizzazione.
Lo rende noto l’avvocato Egidio Lizza, sannita del foro di Roma, esperto di diritto internazionale ed europeo, che difende dinanzi alla Corte Costituzionale e al Comitato europeo dei diritti sociali gli ex Forestali.
“Con una eccezionale celerità – commenta Lizza – a distanza di un solo anno e mezzo dalla vituperata riforma che ha cancellato il CFS, il 5 giugno saremo di fronte all’unico giudice che può decidere se sia stata legittima la scelta, assunta d’emblée dal passato Governo, di militarizzare settemila dipendenti civili dello Stato e di cancellare un Corpo di polizia ad elevata specializzazione per la tutela dell’ambiente e dell’agroalimentare. Sapremo se la riforma sia compatibile con la nostra Costituzione ovvero se, come crediamo, abbia calpestato illegittimamente i diritti e le libertà fondamentali di leali servitori dello Stato, non facendo altro che aumentare i costi e spacchettando competenze e funzioni, prima unite in capo al glorioso Corpo Forestale, rendendole oggi meno efficaci”.
La Corte Costituzionale era stata investita della questione dal TAR Pescara con l’ordinanza 235 del 17 agosto 2017. Uno dei decreti attuativi della riforma della Pubblica Amministrazione, nota come Legge Madia, ha disposto la soppressione del Corpo Forestale, la divisione delle sue funzioni tra diverse amministrazioni dello Stato ed il transito obbligato degli ex Forestali nei Carabinieri, dei quali hanno assunto ex abrupto lo status di militare, ed in minima parte in altri Corpi ed Enti (Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali).
Contro tale decisione si sono scagliati migliaia di ex membri del Corpo Forestale dello Stato, introducendo un contenzioso vasto e capillare davanti a tutti i Tribunali Amministrativi italiani. Il primo tribunale che si è trovato a valutare nel merito le doglianze degli ex Forestali ha immediatamente trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale che, dunque, dovrà valutare se la riforma sia contraria alla “libertà di autodeterminazione” degli appartenenti al Corpo Forestale – in mancanza della possibilità di esercitare una scelta pienamente libera e volontaria di divenire personale militare, con una serie di limitazioni, quindi, ai loro diritti e libertà fondamentali – e dovrà altresì valutare anche se il Parlamento, nel delegare la riforma al Governo, non sia intervenuto in modo troppo indefinito e generico, e se la scelta del Governo di militarizzare un Corpo di polizia ad ordinamento civile, sia in contrasto con la tradizione e l’evoluzione giuridica del nostro ordinamento, che è sempre andata verso una smilitarizzazione dei Corpi e delle loro funzioni.
Bisogna ricordare, infine, come la questione sia oggi al vaglio anche delle competenti autorità europee. Il Comitato europeo dei diritti sociali – al quale si sono ugualmente rivolti i sindacati degli ex Forestali che, sciolti in seguito alla riforma, si sono riuniti nella Federazione Rinascita Forestale e Ambientale – potrebbe assumere sulla questione una decisione anch’essa attesa entro l’estate.
“Attendiamo fiduciosi la decisione che riguarderà i membri del Corpo Forestale ma non solo – conclude l’avv. Egidio Lizza – in quanto la questione coinvolge i diritti e la libertà di ogni dipendente dello Stato e di ogni cittadino, costituendo questa riforma un pericoloso precedente in presenza del quale, qualsiasi Governo potrà un giorno o l’altro imporre che chiunque, senza averlo liberamente scelto, debba essere chiamato alle armi. Mi auguro che sulla questione venga mantenuta alta l’attenzione e che si informino adeguatamente le persone della reale essenza di questo provvedimento liberticida”.
Se le tesi difensive venissero integralmente accolte, lo scenario che si apre potrebbe essere quello, dunque, della rinascita del Corpo Forestale dello Stato.