Superbonus, Federcostruzioni: Con il decreto legge varato dal Governo danni a imprese, lavoratori e famiglie

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“Il decreto legge varato dal Governo, con le modifiche al Superbonus e un’accelerazione del décalage della percentuale di detrazione ridotta al 90%, provoca sconforto, soprattutto perché arriva senza un confronto con le categorie produttive interessate. Si tratta, tra l’altro, dell’ennesima modifica in corso, senza prevedere un regime transitorio, che getta definitivamente il mercato nel caos con centinaia di famiglie e imprese gravemente danneggiate”. Ad affermarlo è Paola Marone, presidente di Federcostruzioni, la federazione di Confindustria che rappresenta l’intera filiera delle costruzioni, con 2.800.000 occupati e 475 miliardi di produzione annua. “Un caos – continua Marone – generato già dal blocco della cessione dei crediti, aggravato negli ultimi giorni dall’annuncio da parte di Poste Italiane della sospensione dell’attività di acquisto di bonus fiscali da committenti privati”.
A causa dei ritardi e del blocco dei lavori dovuti alle decine di variazioni normative susseguitesi da novembre 2021, con il fermo da parte degli istituti finanziari, deputati alla cessione dei crediti, e la grave crisi indotta su migliaia di imprese e professionisti sull’ intero territorio nazionale, Federcostruzioni chiede di: risolvere il problema dei crediti maturati dalle imprese e incagliati, consentendo agli intermediari di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dagli intermediari; e di prorogare i bonus al 2024, salvaguardando le iniziative in corso.
La presidente di Federcostruzioni ricorda che “il Superbonus ha svolto e continua a rappresentare un importante volano di crescita per il settore delle costruzioni e per l’intera economia. Nel 2021 ha contributo alla forte crescita del Pil per circa il 30%. Assistiamo – conclude Marone – all’ennesima modifica normativa del Superbonus, senza alcun confronto con le categorie produttive interessate, senza prevedere un regime transitorio e senza risolvere i noti problemi dei crediti incagliati”.