Turismo, volano le città d’arte. Ma il Mezzogiorno è fanalino di coda

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Il turismo internazionale in Italia cresce, ma ad una velocità ridotta rispetto al resto d’Europa. A raccontarlo, l’11esimo Rapporto Annuale Federculture 2015, illustrato oggi dal suo presidente Roberto Grossi, alla presenza del ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini. Nel 2014, prima cioè dell’apertura dell’Expo, dice il Rapporto, gli arrivi internazionali nel nostro paese sono aumentati del +2,2% (totale 102.384.000), ovvero solo la metà della crescita turistica in Europa, pari al 4,5%, e a fronte di una crescita mondiale del 4,7% (+29% dal 2009). Gli arrivi sono concentrati soprattutto al Nord (64% arrivi e 52% spesa), seguito dalle mete del centr’Italia (20% arrivi e 31% spesa).

Roberto GrossiIl Sud resta indietro

Il Mezzogiorno migliora, ma, pur possedendo il 25% del patrimonio culturale nazionale, resta ancora indietro, arrivando ad attrarre appena l’8,3% degli stranieri in visita in Italia. In termini assoluti nel 2014 sono stati 8,4 milioni i viaggiatori al Sud e nelle isole, con una crescita dell’8,3% che è la più alta tra le macroaree. Sicilia e Basilicata sono addirittura le regioni d’Italia cresciute di più in quanto a viaggiatori stranieri a destinazione (+35,9% e +35,4%) seguite da Molise e Val d’Aosta (+18,2% e +17%). Ma in numeri assoluti i turisti in tutto il Sud nel 2014 sono comunque meno di quanti ne siano arrivati nella sola Toscana, 8,6 milioni. E gli arrivi sono fortemente concentrati: l’80%, vale a dire 6,7 milioni, interessano solo Campania, Puglia e Sicilia. Punta di diamante, Matera che, dice Grossi, “negli ultimi tre anni ha visto crescere i visitatori del 55% in virtu’ della candidatura a capitale europea della cultura“.

Turismo culturale

Anche in generale, il settore più vivace si conferma proprio quello del turismo culturale. I flussi nelle città d’arte incidono sul totale delle destinazioni per il 36% in termini di arrivi e per il 27% come presenze, con un trend di crescita costante negli anni e una performance che è la migliore tra i diversi segmenti turistici. Un risultato ancora più evidente sul lungo periodo: dal 2009 al 2013 gli arrivi nelle città d’arte sono aumentati del 14,4% (presenze + 10,8%), contro il +2,9% delle località marine e il +5,2% di quelle montane. E i turisti culturali sono anche quelli che spendono di più: 12,5 miliardi di euro nel 2014 (con una media di 131 euro a persona), ovvero il 5,6% in più dell’anno precedente.

Dario FranceschiniBoom dell’e-commerce

Nell’anno del boom dell’e-commerce in Italia (+17%), poi, e’ proprio il turismo a farla da padrona, dall’acquisto del biglietto del treno in su, occupando più del 40% del settore, seguito dall’abbigliamento al 16%. “Il turismo in Italia – commenta Grossi – necessita di una politica unitaria e va definitivamente risolto il problema della promozione dell’Italia all’estero agendo sull’eccessiva frammentazione dei soggetti con il compito di valorizzare il nostro territorio all’estero. Chiediamo anche – aggiunge – che per i siti Unesco l’investimento in cultura da parte dei comuni siano fuori dal patto di stabilita’. Non e’ possibile che un piccolo centro come San Gimignano, ad esempio, gestisca con l’amministrazione ordinaria tutto il flusso turistico che arriva ogni anno. In fondo, i siti interessati sono solo 51 in Italia. Bisogna rivedere la legge e creare una normativa ad hoc“. Soprattutto, commenta il ministro Franceschini, “dobbiamo uscire dal paradosso che solo il 15% del turismo internazionale va sotto Roma, con le bellezze che ci sono, da Pompei alla Sicilia. Dobbiamo puntare sul grande museo diffuso che e’ l’Italia – aggiunge – e su un turismo intelligente di persone che vengono a cercare, e non solo nei centri storici delle citta’ d’arte, la bellezza, la qualità nel teatro, nell’arte, nella moda. E non un turismo mordi e fuggi che consuma poca ricchezza“.