De Luca: Con Renzi a Napoli disegneremo il futuro del Sud. Il lavoro la priorità

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Il futuro del Mezzogiorno passa anche e soprattutto per Napoli. Non serve richiamare alla memoria le pagine della storia passata e recente del nostro Paese e della città per capire quando questa affermazione sia vera. Basta guardare il calendario e accorgersi che è alle porte un appuntamento importante per le future strategie che il governo e le regioni dovranno mettere in campo. Si tratta della conferenza nazionale sul Mezzogiorno, in programma a Napoli il 12 e il 13 novembre. Per l’occasione tornerà nel capoluogo campano anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi, oltre a tanti altri rappresentanti delle istituzioni, del mondo culturale e di quello imprenditoriale del Sud. 

Come nasca l’idea di mettere insieme tanti protagonisti della vita politica del Paese ce lo racconta chi in prima persona si è speso perché questo evento si realizzasse. Si tratta del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “L’idea di organizzare la “Conferenza Economica per il rilancio del Mezzogiorno” – spiega – nasce con lo scopo di riportare in primo piano le tematiche del Sud nell’ottica di raggiungere una nuova impostazione, ispirata al rigore e alla concretezza amministrativa, lasciandosi alle spalle le logiche delle lamentele, della demagogia e della inconcludenza amministrativa”.

L’obiettivo è chiaro: mettere al centro dell’agenda politica la questione meridionale.

“Nel corso della Conferenza – continua De Luca – avremo la possibilità di un confronto ai massimi livelli con economisti, storici, imprenditori e politici. Affronteremo nella due giorni del 12 e 13 novembre tutte le tematiche relative allo sviluppo della Campania e del Sud. Un confronto a tutto campo ma che dovrà essere concreto nelle decisioni finali, deve tracciare una strada precisa per creare innanzitutto lavoro al Sud, che poi è la priorità che ci siamo dati e che vogliamo realizzare come Regione. I primi risultati raggiunti sono incoraggianti ma è chiaro che occorre organizzazione e un’azione di sistema per mettere in rete tutte le esperienze e le eccellenze del Mezzogiorno, a cominciare dalla Campania. E’ una iniziativa di livello nazionale per il qualificatissimo parterre, ma il contesto non può che essere internazionale, dovremo capire e ritagliare il futuro ruolo del Sud nel panorama mondiale”.

Nell’ottica di un’unica strategia di sviluppo per il Mezzogiorno e per il Paese diventa fondamentale la convergenza tra le politiche nazionali e quelle delle singole regioni. Ne è convinto il governatore che ricorda quando sia stato fatto finora in Regione Campania.

“Le intese istituzionali – spiega De Luca – sono fondamentali. Non è una questione di casacca politica, né di politica politicante. E’ sicuramente molto importante per lo sviluppo del Paese che vi sia una sinergia tra le politiche regionali e la politica del Governo centrale nella strategia di rilancio e di sviluppo del Paese. Con il governo Renzi siamo riusciti a interloquire e a strappare finanziamenti importanti, penso al mezzo miliardo per le ecoballe e per Bagnoli, penso al Patto per la Campania, al miliardo complessivo che non era affatto automatico che arrivasse. E’ un investimento enorme, ma è un investimento anche sulle capacità amministrativa delle istituzioni locali, tocca saperle gestire queste risorse, e soprattutto saperle spenderle”.

Tra l’altro la Campania è stata tra le prime regioni a firmare il Patto col Governo. Un’intesa che sicuramente inciderà sul futuro sviluppo della regione. “Per il 2016-2017 – continua il presidente – sono già avviate le procedure e le progettazioni per oltre 2,7 miliardi. Gli assi di intervento riguardano le infrastrutture, l’ambiente, lo sviluppo economico e produttivo, la scuola, università e lavoro, turismo e cultura, la sicurezza e la cultura della legalità . La firma del Patto è la risposta che diamo anche alle emergenze drammatiche che riguardano la sicurezza, siamo convinti che bisogna affrontarle creando lavoro, con lo sviluppo, la solidarietà, le scuole aperte, la cultura. Nel Patto ci sono esattamente queste cose. Significa un contributo straordinario per la crescita sociale, culturale e dei valori di solidarietà nei nostri territori, un’intesa che vale 10 miliardi di euro, un accordo costantemente verificabile nella sua realizzazione anche dai cittadini”.

E straordinario è anche il momento che vive il Paese, alla vigilia di un referendum che De Luca non ha dubbi a definire decisivo. “Se si perde questa occasione, per altri 30 anni non parleremo più di riforme istituzionali in questo paese, e rimarremo esattamente dove siamo – dice – L’alternativa al sì è il nulla, cioè la palude burocratica, ossia significa vita impossibile per un ragazzo, per trovare lavoro, per un’impresa, per realizzare il passaggio da un’idea imprenditoriale alla sua realizzazione. Non è un referendum su Renzi. Chi non lo vuole può tranquillamento non votarlo. Ma alle elezioni politiche.  Non in un referendum che apre una strada di riforme, certamente migliorabile, senza la quale però, tutto in Italia rimarrà così com’è. Praticamente per sempre”.

Il governatore conclude con un messaggio ai Giovani Imprenditori alla vigilia di un’edizione del meeting caprese che si annuncia molto importante. “Nella battaglia che stiamo portando avanti per creare lavoro – dice  De Luca – i giovani rappresentano ovviamente il mezzo e il fine delle nostre iniziative. Puntiamo sui giovani, e sulle giovani imprese. Ed è un percorso che per noi parte dalla scuola, dall’università, dai centri di ricerca e dalle tante eccellenze che sono in Campania. La Regione deve favorire questo processo, e soprattutto deve fare in modo che le iniziative, soprattutto quelle dei giovani imprenditori, trovino applicazione concreta nella realtà, nel mercato globale. Ma voglio ricordare anche le iniziative che abbiamo messo in campo per le imprese e per il lavoro. Da Garanzia Giovani, ai tirocini formativi. Poi il programma “Ricollocami”, i Buoni lavoro. Ma soprattutto la decontribuzione a tempo indeterminato, misura unica in Italia: mettiamo a disposizione 50 milioni di euro per integrare lo sgravio contributivo nazionale fino a riportalo al 10 per cento. Un intervento complessivo di duecento milioni di euro che la Regione ha deciso per le imprese e per l’occupazione”.

Francesco Avati