I mercati dell’Asia stentano a mantenere le posizioni dei giorni scorsi

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Il punto. Borsa italiana poco mossa: il Ftse Mib segna -0,11%, il Ftse Italia All-Share -0,11%, il Ftse Italia Mid Cap -0,02%, il Ftse Italia Star +0,06%.

Mercati azionari europei incerti. DAX +0,0%, CAC 40 -0,3%, FTSE 100 -0,4%, IBEX 35 +0,1%.

Tokyo ha chiuso poco sopra la parità con il Nikkei 225 a +0,19% (dopo il +3,68% di ieri). Le borse cinesi sono invece in calo: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina -1,77% circa, mentre a Hong Kong l’indice Hang Seng al momento segna -1,1% circa.

Euro poco sotto il massimo dal 13/4 a 1,1385 raggiunto ieri pomeriggio contro dollaro. Al momento EUR/USD oscilla in area 1,1360. Mercati obbligazionari eurozona in rialzo, BTP al palo. Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente scende di 3 bp allo 0,15%, quello del BTP è stabile all’1,39%. Lo spread sale di 3 bp a 124.

Bancari in lieve rialzo: l’indice FTSE Italia Banche segna +0,3% l’EURO STOXX Banks -0,3% circa.

Alle 11:30 importante asta da €4 miliardi di Bund decennali.

Ieri sui mercati si è assistito al forte rimbalzo del petrolio e all’indebolimento del dollaro dopo il dato sulle nuove costruzioni abitative di marzo, scese dell’8,8%. Ondata di acquisti anche su oro e argento. I listini europei hanno sfruttato l’indice Zew di aprile che è aumentato a 11,2 punti, nettamente oltre le attese degli analisti che erano ferme a 8 punti.

Future sugli indici azionari americani al momento sono registrati in ribasso dello 0,3 per cento circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +0,31%, Nasdaq Composite -0,40%, Dow Jones Industrial +0,27%.


Borse asiatiche
I mercati dell’Asia cercano di mantenere le posizioni raggiunte nei giorni scorsi ma si scontrano con il tracollo di Shanghai e Shenzhen che segnano le peggiori performance da febbraio e con il petrolio di nuovo in flessione: Brent e Wti sono in declino di oltre il 2% dopo la fine dello sciopero nell’industria petrolifera del Kuwait che impattava su circa il 60% della produzione del Paese.

La Peoples Bank of China, a fronte di dati macroeconomici complessivamente confortanti (la crescita del Pil al 6,7% previsto e letture migliori rispetto alle attese per produzione industriale e vendite retail) non dimostra di volere intervenire nel breve. Il risultato, in vista della chiusura degli scambi, è un tracollo del 3-4% per Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300, mentre sfiora una perdita addirittura del 6% lo Shenzhen Composite. 
Ad ogni modo, la seduta per l’Asia è complessivamente piatta, con l’indice Msci Asia-Pacific che in apertura aveva toccato un guadagno dello 0,80% (successivamente eroso del tutto), in scia alla chiusura ai massimi di quattro mesi martedì. Il Bloomberg Commodity Index ha perso lo 0,40% dopo il balzo del 2,5% di martedì. L’argento continua a guadagnare restando ai massimi degli ultimi 11 mesi mentre il minerale di ferro, anch’esso in crescita, viene sostenuto dal taglio alle stime di produzione da parte del colosso Bhp Billiton.

Tokyo sente le pressioni ribassiste in arrivo dalla Cina e crescono i timori sull’outlook dopo che Haruhiko Kuroda, governatore della Bank of Japan (BoJ), ha detto che il sistema di fornitori dell’intero Sol Levante sente l’impatto dei terremoti che hanno colpito l’isola di Kyushu giovedì e sabato. 
Non sono incoraggianti neppure i dati sulla bilancia commerciale che evidenziano come in marzo l’export sia calato del 6,8% su base annua, sesto mese consecutivo di declino seppure inferiore al 7,8% di flessione del consensus del Wall Street Journal. 
Il Nikkei 225, comunque, limita i danni e chiude in progresso dello 0,19% (in linea la performance dell’indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,20%).

Seoul, invece, scivola in negativo e il Kospi segna una perdita dello 0,27% al termine delle contrattazioni. E in una seduta contrastata per i titoli finanziari l’S&P/ASX 200 segna un progresso dello 0,52% in chiusura. 
Va invece in scia a Shanghai la piazza di Hong Kong, seppure con perdite decisamente più ridotte: l’Hang Seng è in declino di circa l’1,30% (peggio fa l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, in calo del 2%).

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso la seduta misti. Il Dow Jones e l’S&P 500 hanno guadagnato rispettivamente lo 0,27% e lo 0,31% mentre il Nasdaq Composite ha lasciato sul terreno lo 0,4%. 
Il listino tecnologico è stato penalizzato dal tonfo di Netflix.
I nuovi cantieri residenziali sono scesi nel mese di marzo passando a 1089 mila unità da 1194 mila unità. Il dato è inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano un valore pari a 1170 mila unità. Diminuiscono anche le Licenze edilizie scese a 1086 mila unità da 1177 mila unità (consensus 1200 mila unità).

Sul fronte societario International Business Machine (IBM) -5,61%. Il colosso informatico ha presentato risultati relativi ai primi tre mesi del 2016 migliori rispetto alle attese, ma ha comunque messo a segno il sedicesimo trimestre consecutivo di declino dei ricavi che, secondo quanto riporta Reuters, sono scesi ai minimi di 14 anni. Nel primo trimestre Ibm ha registrato profitti in declino da 2,33 miliardi, pari a 2,35 dollari per azione, a 2,01 miliardi, e 2,09 dollari. Al netto delle voci straordinarie i profitti si sono attestati a 2,35 dollari per azione, a fronte di ricavi in flessione da 19,59 a 18,68 miliardi di dollari. Il consensus di FactSet era per 2,09 dollari di utile e 18,29 miliardi di ricavi.
Netflix -12,97%. Il pioniere dello streaming video ha fornito stime sulla crescita degli abbonati deludenti. In particolare sono previsti nel secondo trimestre 2,5 milioni di nuovi utenti contro i 6,74 milioni del precedente. Nel primo trimestre l’utile è aumentato del 17% a 28 milioni di dollari (0,06 dollari per azione) mentre i ricavi si sono attestati a 1,96 miliardi.

Goldman Sachs +2,35%. La banca d’affari ha chiuso il primo trimestre con un utile di 1,14 miliardi di dollari (2,68 dollari per azione) in calo rispetto ai 2,84 miliardi dello stesso periodo di un anno prima ma superiore rispetto ai 2,45 dollari per azione indicati dal consensus.
Johnson & Johnson +1,58%. Il gruppo farmaceutico e dei beni di consumo ha rivisto al rialzo le stime per il 2016. Per l’intero esercizio in corso l’utile per azione adjusted è atteso ora a 6,53-6,68 dollari (da 6,43-6,58 dollari della precedente guidance) mentre i ricavi sono visti a 71,2-71,9 miliardi (da 70,8-71,5 miliardi). 
Nel primo trimestre Johnson & Johnson ha registrato profitti per 4,3 miliardi di dollari (da 4,32 miliardi dello stesso periodo di un anno prima) su ricavi per 17,48 miliardi (+0,6%). Escluse le poste straordinarie l’Eps si è attestato a 1,68 dollari, 3 centesimi in più delle attese.

 

Italia
Piazza Affari ha chiuso in moderato rialzo. L’indice Ftse Mib ha archiviato la seduta con un progresso dello 0,49% a 18.447 punti, distante dai massimi intraday toccati a 18.637 punti. 
Dopo una mattinata trascorsa in positivo, le vendite si sono abbattute sul settore bancario: Montepaschi ha ceduto il 2,31% a 0,635 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 3,34% a 4,886 euro, Popolare di Milano il 2,07% a 0,637 euro, Intesa SanPaolo l’1,63% a 2,42 euro, Ubi Banca il 2,80% a 3,604 euro. 
In positivo invece il settore oil in scia al forte rimbalzo del petrolio, con il Wti tornato sopra 41 dollari al barile: Eni ha guadagnato l’1,26% a 13,67 euro, mentre Saipem è avanzata dello 0,22% a 0,372 euro dopo essersi aggiudicata nuovi contratti e lavori aggiuntivi nel segmento ingegneria e costruzione, per un valore complessivo di circa 430 milioni di euro. 
Finmeccanica (invariata a 11,06 euro) ha recuperato terreno dopo una mattinata trascorsa in deciso ribasso in scia alle indiscrezioni, poi smentite dalla società, di un possibile incarico governativo per l’amministratore delegato Mauro Moretti. 
Yoox (+4,98% a 27,80 euro) ha festeggiato l’ingresso di Alabbar Enterprises Sarl, controllata da Mohamed Alabbar, nel suo capitale attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da 100 milioni di euro. L’aumento di capitale è stato sottoscritto a 28 euro per azione. 
Seduta positiva anche per STM (+3,17% a 5,20 euro) con gli analisti di Oddo che hanno avviato la copertura sul gruppo dei chip con rating buy e target price a 8 euro. Negli ultimi giorni il titolo era stato al centro dell’attenzione della speculazione sulle ipotesi di una possibile uscita dell’Ad Carlo Bozotti. 
Performance brillante per Buzzi Unicem (+4,04% a 16,75 euro) con Exane che ha confermato il giudizio outperform alzando il target a 24 euro. Gli analisti, nel loro studio, hanno sottolineato come l’investimento in Buzzi rappresenti un modo economico per puntare sugli Stati Uniti.


I dati macro attesi oggi
Mercoledì 20 Aprile 2016

01:50 GIA Bilancia commerciale mar;

08:00 GER Indice prezzi alla produzione mar;

10:30 GB Tasso di disoccupazione feb;

16:00 USA Vendite di abitazioni esistenti mar;

16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati.