Il sito di Napoli è blindato
A Oriente nuova frontiera

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Finmeccanica inserisce una clausola di salvaguardia nel contratto di vendita Cina e Usa i mercati principali di un gruppo che ora guarda alla leadership globale La qualità della produzione Finmeccanica inserisce una clausola di salvaguardia nel contratto di vendita Cina e Usa i mercati principali di un gruppo che ora guarda alla leadership globale La qualità della produzione manifatturiera campana resta un punto fermo di Ansaldo Breda. Per questo motivo, e con l’accordo dell’acquirente chiunque esso sia (il nome esce dal duello tra i cinesi di Insigma e i giapponesi di Hitachi), la casa madre Finmeccanica blinda i principali siti produttivi italiani attraverso una clausola contrattuale di salvaguardia. Chi acquista Ansaldo Breda è obbligato a conservare gli standard produttivi italiani, su tutti quello del quartiere generale di Napoli dove lavorano circa 1500 dei 2300 dipendenti della divisione ferroviaria di Finmeccanica. Fonti interne al gruppo, interpellate dal Denaro, riferiscono che su questo punto l’amministratore delegato Mauro Moretti non ammette trattative. Ansaldo Breda, del resto, nonostante le perdite per 1,5 miliardi di euro accumulate negli ultimi dieci anni, resta un gioiello nell’ambito della progettazione e realizzazione di mezzi ferroviari, soprattutto per quanto concerne il trasporto metropolitano. Quale dimensione avrà, si chiedono in molti, la nuova società dopo il cambio al vertice? Sia i cinesi di Insigma che i giapponesi di Hitachi hanno ben presente la strategia da seguire e vogliono entrambe un’azienda con un solido profilo internazionale e la capacità di acquisire la leadership nel proprio settore di riferimento. Questo perché a Oriente, principalmente in Cina, si stanno muovvendo grossi capitali a supporto dello sviluppo delle infrastrutture ferroviarie. Un primo piano da 25 miliardi di dollari è incentrato sulla costruzione di tre ferrovie (e due aeroporti) nella parte occidentale del Celeste Impero. Nel prossimo biennio, però, le autorità locali potrebbero arrivare fino a 50 miliardi di dollari di investimenti nel settore ferroviario. Una torta che fa gola a molti e alla quale Ansaldo Breda, nella sua nuova veste, può mirare solo conservando la matrice di italianità in riferimento a design e manifattura. Del resto quello orientale è un mercato nuovo per la società con sede a Napoli, che per ora ha una consolidata presenza in Danimarca, Grecia, Marocco, Norvegia, Svezia, Taiwan (l’unico avamposto a levante) e Turchia. L’altro mercato su cui si continua a puntare, addirittura in un’ottica di rafforzamento, è quello statunitense. Qui l’azienda è presente con una propria controllata, la Ansaldo Breda Inc. di San Francisco in California, e possiede due storici stabilimenti produttivi a Buffalo e Pittsburg e uno a Miami costruito nel 2014 per produrre e assemblare le carrozze della metropolitana pesante della Contea di Dade. Flotte della Ansaldo operano anche a Boston, Cleveland, Los Angeles eWashington Dc. Negli Usa il gruppo italiano di costruzioni ferroviarie è già il più grande fornitore di veicoli nell’ambito del trasporto urbano.