Imprese balneari, business in crescita: + 11,3% in Campania. Napoli tra le province più attrezzate d’Italia

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Le acque italiane alimentano il settore estivo delle imprese balneari: nel 2016 in Italia si contano 7.466 attività che gestiscono gli stabilimenti sulle spiagge dei nostri mari, sulle rive dei laghi e sulle sponde dei fiumi o noleggiano pedalò e canoe, oltre al classico ombrellone-sdraio. Tra le province più attrezzate, Rimini guadagna il primo posto (435 imprese, 5,8% italiano), seguita da Napoli che conta 426 attività e dalla costa savonese con 418. Nascono nuove imprese in Basilicata (+19,6%) e in Calabria (+11,3%), dove il settore balneare cresce sensibilmente rispetto al 2015, contando 67 imprese lucane e 442 calabresi. Emilia Romagna (13,7%), Toscana (12,7%) e Campania (11,3%) sono il trio che traina il settore con rispettivamente 1.022 imprese, 951 e 841. Tra le prime dieci aree per numero di imprese, crescono soprattutto Cosenza (221 imprese attive, +16,3%), Salerno (291, +4,7%) e Roma (363 imprese, +1,7%). Ma fa bene anche Messina (164), in crescita del 11,6%. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al I trimestre 2016 e 2015 relativi alle sedi di imprese attive. La Lombardia cresce del 2% con Milano (54 sedi impresa) e i laghi che bagnano i territori di Brescia (41), Como (19) e Varese (10).
Le barche made in Italy lasciano la loro scia nelle acque internazionali: +21,2% di export nel primo bimestre 2016. Nel 2015 il business nautico è di oltre 1,7 miliardi e di quasi 146 milioni di euro tra gennaio e febbraio 2016. I continenti che attivano il circolo dell’export delle imbarcazioni italiane sono America, che assorbe quasi la metà dell’export, Europa (33,8%) e Asia (12,6%). Malta (8,5%), Francia (8,1%) e Regno Unito (6,1%) sono i primi partner europei. Il 20% delle nostre barche si americanizzano, esportate negli Stati Uniti; mentre il 10,9% solcano i mari cristallini delle Isole Vergini o delle Cayman. Anche Hong Kong e Panama tra le prime 10 destinazioni. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat anni 2014-2015 e primi due mesi del 2016.