Invito alla musica, a Capodimonte il maestro Rosario Ruggiero racconta l’arte delle note

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in foto il maestro Rosario Ruggiero

di Fiorella Franchini

C’era una volta un palazzo in cima a una collina che guardava Napoli, il Vesuvio e Posillipo, costruito in mezzo a un bosco per lo svago dei re e per ospitare una magnifica collezione d’arte. La prima pietra della reggia venne posta il 10 settembre 1738 e i lavori di costruzione furono affidati all’ingegnere militare Giovanni Antonio Medrano e ad Antonio Carnevari, mentre una commissione di esperti si sarebbe occupata di definire gli spazi interni che dovevano assolvere alla funzione museale e a quella di biblioteca. Per rendere le suggestioni di uno scrigno così prezioso non poteva bastare solo lo sguardo e già da alcuni anni, con il patrocinio del direttore del Museo di Capodimonte Sylvain Bellenger, Aurora Giglio, presidente dell’associazione musicale-culturale MusiCapodimonte, ha offerto ai visitatori l’opportunità di immergersi nella visione delle opere d’arte accarezzati dalle note del pianista Rosario Ruggiero, diplomato al conservatorio di musica “San Pietro a Majella” e allievo del maestro Paolo Spagnolo, scrittore e giornalista. Storia, musica, pittura, scultura, architettura s’intrecciano per rievocare le atmosfere di un castello che fu residenza dei Borbone, di Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, sede di eventi e feste. La musica parla a tutti con il suo linguaggio universale, evoca emozioni e sentimenti con un’infinita ricchezza di espressione, capace di parlare alle molteplici sfumature dell’animo umano. Un’empatia che avvicina agli eventi storici e predispone la sensibilità individuale ad accogliere il bello espresso sotto ogni forma artistica. Da ben quattro anni, tutti i weekend, nel Salone degli Arazzi il M° Ruggiero suona Domenico Scarlatti, Chopin, Liszt, Busoni, spiega a grandi e piccini com’è fatto il suono del pianoforte, la cassa di risonanza, cosa sono gli alti e i bassi, commenta il programma e “la sua musica resta impressa nel ricordo dei visitatori come la colonna sonora della loro visita”. A pochi è concesso il dono di “raccontare la musica”; è un’impresa complicata, bisogna averla vissuta, sentita sulla propria pelle, occorre essere diventati tutt’uno con essa, riuscendo a percepirla ovunque, anche nelle cose più insignificanti, nella gioia e nei momenti più amari. Rosario Ruggiero fa propria l’emozione di ogni brano e la dispensa nelle sale arredandole di melodie che arrivano all’anima prima di ogni teoria e uniscono il tempo e lo spazio, l’astratto al concreto, accordando tutti i sensi. Da questa esperienza immersiva è nato “Invito alla musica”, una guida minima al miglior godimento dell’arte dei suoni, in formato tascabile, che illustra al lettore le varie figure musicali e i diversi stili: la fuga, il canone, la sinfonia, la sonata, il concerto, il preludio, la fantasia, la rapsodia, il melodramma e il ritmo. Arredo sonoro che dà un’anima alle parole e colore alla narrazione, accentua l’enfasi, sottolinea il senso di ogni storia e lascia tracce nella mente. ”La musica si sente con il cuore, ma diventa ancora più bella se la si assapora anche con il cervello” afferma Rosario Ruggiero. L’iniziativa di MusiCapodimonte è anche un’occasione per rivalutare la grande tradizione musicale trascurata sia a Napoli sia nel resto d’Italia. Eppure, proprio la città partenopea è stata nel ‘700, capitale mondiale della musica, qui sono stati creati generi nuovi come l’opera buffa, qui sono nati i conservatori, fucina di grande talenti e il San Carlo, teatro dell’opera più antico d’Europa. A Napoli si sviluppò, lungo un arco di oltre cinque secoli, dalla prima metà del Cinquecento fino al primo Novecento, la Scuola musicale napoletana che trovò radici nell’attività didattica del maestro Francesco Durante il quale ebbe tra i suoi allievi generazioni di operisti come Pergolesi, Jommelli, Traetta, Piccinni, Paisiello, Sacchin a cui devono aggiungersi musicisti illustri, Scarlatti, Cimarosa, Paisiello solo per citarne alcuni. Impossibile sottrarsi a questa misteriosa magia. “A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere;- affermava il filosofo Emil Cioran – è certo però che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi”.