Juncker a Roma per ricucire. Oggi il faccia a faccia con Renzi

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Jean-Claude Juncker è arrivato a Roma per “building bridges”, per costruire ponti e ricucire con Matteo Renzi, voltare pagina rispetto ai dissapori del recente passato e discutere assieme di immigrazione, economia e investimenti. E più in generale, spiegano fonti europee, per rilanciare assieme l’integrazione europea, mai come oggi minacciata dai crescenti egoismi nazionali.

Con il mio caro amico Napolitano. Sempre vivo il suo grande spirito europeo. pic.twitter.com/0s9PdEoaFw

— Jean-Claude Juncker (@JunckerEU) 26 febbraio 2016

Una visita, spiegano a Roma, preparata con cura dai rispettivi staff per un faccia a faccia, all’ora di pranzo, che il premier italiano, pur tenendo il punto sulla flessibilità e sulla necessità di correggere la rotta dell’Ue, auspica vada nei migliori dei modi. Alla vigilia della missione del presidente della Commissione Ue in Italia, sia ambienti a lui vicini, sia fonti di Palazzo Chigi convergono sul fatto che si tratti di un appuntamento prettamente “politico”: non è prevista alcuna decisione, ma un vasto scambio di idee sul futuro dell’Unione, in particolare sulle proposte avanzate nei giorni scorsi dal governo italiano per compiere ulteriori passi in avanti sul fronte dell’integrazione economica e monetaria. Tuttavia, i temi ‘caldi’ non mancano, anche se destinati a rimanere sullo sfondo dell’incontro.

Proprio per oggi a Bruxelles è fissata la pubblicazione dei documenti che fotografano gli squilibri macroeconomici dei partner Ue. E già si sa che per l’Italia – alla quale si riconoscono comunque i progressi fatti in molti settori – il dito è puntato soprattutto sull’alto debito, la bassa competitività e la fragilità del sistema bancario. C’è poi il ‘nodo’ flessibilità, che sarà però sciolto solo a maggio, e altre questioni aperte come la procedura d’infrazione sul’Ilva, le concessioni balneari e le multe salate che l’Italia paga per violazione delle norme ambientali. Il faccia a faccia tra Juncker e Renzi segue il doppio incontro cordiale a margine dell’ultimo Consiglio Ue, assieme al presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Una visita di Stato, la seconda da quando Juncker guida la Commissione – fanno notare a Bruxelles – che cade in occasione del secondo anniversario del governo Renzi. Ma al di là delle cortesie diplomatiche, Palazzo Chigi punterà ad un chiarimento ulteriore con l’esecutivo di Bruxelles, vicino alla soglia di metà mandato, anche con l’obiettivo esplicito di spingere per un maggiore e più rapido impegno a favore del Piano Juncker. L’Italia delle riforme, è la tesi del premier, è ripartita ed è pronta a fare la sua parte per ridare forza all’Europa. Con un atteggiamento però, ribadiscono fonti italiane, che non è quello dell’allievo che aspetta la pagella del maestro ma di un paese che da pari a pari vuole ragionare sul rilancio dell’Europa. L’ incontro si inserisce nel quadro dei prossimi appuntamenti europei del premier: il 7 sarà di nuovo a Bruxelles per il vertice straordinario Ue-Turchia sui migranti, l’8 avrà un bilaterale con Francois Hollande e il 12 parteciperà a Parigi al summit straordinario dei leader socialisti Ue. Momenti di confronto, quelli politici, fortemente voluti da Matteo Renzi, con l’obiettivo di rilanciare l’iniziativa dei progressisti e premere su Bruxelles per un nuovo patto per la crescita e l’occupazione. Al centro dell’incontro ci sarà ovviamente anche il ‘documento Padoan’. Fonti europee fanno notare che anche queste idee nuove che vengono da Roma rispondono “all’approccio virtuoso ‘a triangolo’ della Commissione, basato su tre pilastri: riforme strutturali, responsabilità di bilancio e ambizioso programma di investimenti”. Insomma, nessuna tensione, anzi, sulla carta, grande comunanza di idee. “Nella sua carriera politica, lunga 35 anni – aggiungono le stesse fonti – Juncker ha sempre cercato il consenso. E continuerà a cercarlo”.

Jean-Claude Juncker è arrivato a Roma per “building bridges”, per costruire ponti e ricucire con Matteo Renzi, voltare pagina rispetto ai dissapori del recente passato e discutere assieme di immigrazione, economia e investimenti. E più in generale, spiegano fonti europee, per rilanciare assieme l’integrazione europea, mai come oggi minacciata dai crescenti egoismi nazionali.

Con il mio caro amico Napolitano. Sempre vivo il suo grande spirito europeo. pic.twitter.com/0s9PdEoaFw

— Jean-Claude Juncker (@JunckerEU) 26 febbraio 2016

Una visita, spiegano a Roma, preparata con cura dai rispettivi staff per un faccia a faccia, all’ora di pranzo, che il premier italiano, pur tenendo il punto sulla flessibilità e sulla necessità di correggere la rotta dell’Ue, auspica vada nei migliori dei modi. Alla vigilia della missione del presidente della Commissione Ue in Italia, sia ambienti a lui vicini, sia fonti di Palazzo Chigi convergono sul fatto che si tratti di un appuntamento prettamente “politico”: non è prevista alcuna decisione, ma un vasto scambio di idee sul futuro dell’Unione, in particolare sulle proposte avanzate nei giorni scorsi dal governo italiano per compiere ulteriori passi in avanti sul fronte dell’integrazione economica e monetaria. Tuttavia, i temi ‘caldi’ non mancano, anche se destinati a rimanere sullo sfondo dell’incontro.

Proprio per oggi a Bruxelles è fissata la pubblicazione dei documenti che fotografano gli squilibri macroeconomici dei partner Ue. E già si sa che per l’Italia – alla quale si riconoscono comunque i progressi fatti in molti settori – il dito è puntato soprattutto sull’alto debito, la bassa competitività e la fragilità del sistema bancario. C’è poi il ‘nodo’ flessibilità, che sarà però sciolto solo a maggio, e altre questioni aperte come la procedura d’infrazione sul’Ilva, le concessioni balneari e le multe salate che l’Italia paga per violazione delle norme ambientali. Il faccia a faccia tra Juncker e Renzi segue il doppio incontro cordiale a margine dell’ultimo Consiglio Ue, assieme al presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Una visita di Stato, la seconda da quando Juncker guida la Commissione – fanno notare a Bruxelles – che cade in occasione del secondo anniversario del governo Renzi. Ma al di là delle cortesie diplomatiche, Palazzo Chigi punterà ad un chiarimento ulteriore con l’esecutivo di Bruxelles, vicino alla soglia di metà mandato, anche con l’obiettivo esplicito di spingere per un maggiore e più rapido impegno a favore del Piano Juncker. L’Italia delle riforme, è la tesi del premier, è ripartita ed è pronta a fare la sua parte per ridare forza all’Europa. Con un atteggiamento però, ribadiscono fonti italiane, che non è quello dell’allievo che aspetta la pagella del maestro ma di un paese che da pari a pari vuole ragionare sul rilancio dell’Europa. L’ incontro si inserisce nel quadro dei prossimi appuntamenti europei del premier: il 7 sarà di nuovo a Bruxelles per il vertice straordinario Ue-Turchia sui migranti, l’8 avrà un bilaterale con Francois Hollande e il 12 parteciperà a Parigi al summit straordinario dei leader socialisti Ue. Momenti di confronto, quelli politici, fortemente voluti da Matteo Renzi, con l’obiettivo di rilanciare l’iniziativa dei progressisti e premere su Bruxelles per un nuovo patto per la crescita e l’occupazione. Al centro dell’incontro ci sarà ovviamente anche il ‘documento Padoan’. Fonti europee fanno notare che anche queste idee nuove che vengono da Roma rispondono “all’approccio virtuoso ‘a triangolo’ della Commissione, basato su tre pilastri: riforme strutturali, responsabilità di bilancio e ambizioso programma di investimenti”. Insomma, nessuna tensione, anzi, sulla carta, grande comunanza di idee. “Nella sua carriera politica, lunga 35 anni – aggiungono le stesse fonti – Juncker ha sempre cercato il consenso. E continuerà a cercarlo”.