Juno, le tecnologie italiane che sveleranno i segreti di Giove

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Dopo cinque anni di viaggio, il 5 luglio alle 5.53 (ora italiana) la sonda Juno, con tecnologia Leonardo-Finmeccanica a bordo, è entrata nell’orbita di Giove per studiare l’origine e l’evoluzione del pianeta. Si tratta della seconda missione del programma New Frontiers della Nasa, l’ente aerospaziale americano. La sonda studierà i campi gravitazionali e magnetici del pianeta gassoso, esplorerà la sua atmosfera, misurerà l’abbondanza di acqua e cercherà di determinare la struttura interna del pianeta, cercando prova della presenza di un nucleo solido.

Per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi, la missione farà uso di una suite di strumenti scientifici: il cuore di Juno, per esempio, sarà lo spettrometro Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper), finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), realizzato dalla Divisione Sistemi Avionici e Spaziali di Leonardo-Finmeccanica a Campi Bisenzio e operato sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (IAPS) dell’INAF.
Lo strumento, che permette di acquisire simultaneamente immagini e informazioni spettrali nell’infrarosso attraverso l’uso di un doppio piano focale, riveste un ruolo fondamentale nella missione poiché consente di osservare a distanza ravvicinata Giove per capirne formazione, evoluzione, struttura. In particolare, lo spettrometro svolgerà indagini negli strati superiori dell’atmosfera, sarà in grado di rilevare l’eventuale presenza di metano, vapore acqueo, ammoniaca e fosfina e fornirà immagini delle aurore. JIRAM appartiene a una famiglia di strumenti già ampiamente collaudati su altre missioni spaziali internazionali quali Rosetta e Venus Express di ESA e Dawn e Cassini della NASA. L’ evoluzione di questo strumento sarà a bordo dellasonda BepiColombo che studierà il pianeta Mercurio.

Alla scoperta del campo gravitazionale 

L’altro componente italiano di Juno è il KaT (Ka-Band Translator), finanziato da ASI e realizzato da Thales Alenia Space (joint venture tra Thales e Leonardo) con il supporto del team scientifico dell’Università di Roma “La Sapienza”. Lo strumento KaT effettuerà esperimenti di radio-scienza in grado di fornire informazioni sulla composizione interna del pianeta e sul campo gravitazionale di Giove.
Il KaT consente la determinazione del campo di gravità di Giove decomponendolo nelle varie componenti armoniche sferiche la cui conoscenza permette di rispondere a molte domande circa la struttura interna del pianeta. Il KaT fa parte di uno dei filoni strumentali di eccellenza italiana riconosciuta nel mondo, avviato con la missione Cassini, e vede la sua evoluzione nello strumento More (Mercury Orbiter Radio science Experiment) previsto a bordo della missione ESA BepiColombo, della quale Thales Alenia Space è prime contractor.
Centrale dunque, ancora una volta, il ruolo di Leonardo in questa importante missione spaziale. Finmeccanica ha fornito inoltre il sensore d’assetto Autonomous Star Tracker (anch’esso realizzato a Campi Bisenzio), che ha guidato Juno nei suoi quasi 3 miliardi di chilometri di viaggio verso l’orbita gioviana, dove continuerà a fornire informazioni sulla posizione della sonda permettendole di mantenere sempre la rotta prestabilita.