Per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi, la missione farà uso di una suite di strumenti scientifici: il cuore di Juno, per esempio, sarà lo spettrometro Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper), finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), realizzato dalla Divisione Sistemi Avionici e Spaziali di Leonardo-Finmeccanica a Campi Bisenzio e operato sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (IAPS) dell’INAF.
Lo strumento, che permette di acquisire simultaneamente immagini e informazioni spettrali nell’infrarosso attraverso l’uso di un doppio piano focale, riveste un ruolo fondamentale nella missione poiché consente di osservare a distanza ravvicinata Giove per capirne formazione, evoluzione, struttura. In particolare, lo spettrometro svolgerà indagini negli strati superiori dell’atmosfera, sarà in grado di rilevare l’eventuale presenza di metano, vapore acqueo, ammoniaca e fosfina e fornirà immagini delle aurore. JIRAM appartiene a una famiglia di strumenti già ampiamente collaudati su altre missioni spaziali internazionali quali Rosetta e Venus Express di ESA e Dawn e Cassini della NASA. L’ evoluzione di questo strumento sarà a bordo dellasonda BepiColombo che studierà il pianeta Mercurio.
Il KaT consente la determinazione del campo di gravità di Giove decomponendolo nelle varie componenti armoniche sferiche la cui conoscenza permette di rispondere a molte domande circa la struttura interna del pianeta. Il KaT fa parte di uno dei filoni strumentali di eccellenza italiana riconosciuta nel mondo, avviato con la missione Cassini, e vede la sua evoluzione nello strumento More (Mercury Orbiter Radio science Experiment) previsto a bordo della missione ESA BepiColombo, della quale Thales Alenia Space è prime contractor.
Centrale dunque, ancora una volta, il ruolo di Leonardo in questa importante missione spaziale. Finmeccanica ha fornito inoltre il sensore d’assetto Autonomous Star Tracker (anch’esso realizzato a Campi Bisenzio), che ha guidato Juno nei suoi quasi 3 miliardi di chilometri di viaggio verso l’orbita gioviana, dove continuerà a fornire informazioni sulla posizione della sonda permettendole di mantenere sempre la rotta prestabilita.