Marketing al servizio dell’interpretazione. Il museo Getty insegna

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In foto un'opera ricreata in casa. E' la risposta di una utente alla sfida del Getty Museum: "Ricreate da casa i vostri quadri preferiti"

Il conto alla rovescia è cominciato. Tutti vicini alle porte di casa: -dammilostartchetornotraunmese-. Un disegno di Palizzi descrive il trasloco che nella tradizione napoletana si teneva sempre il giorno 4 del mese di maggio. Pregasi un pittore contemporaneo di produrre in tempi brevi un opera che sostituisca nell’iconografia classica il trasloco con la libertà riguadagnata dopo Covid 19. Tra rimandi e incertezze pare che davvero il giorno 4 di maggio potremo non solo riacquistare la nostra libertà di movimento (con opportuni presidi di protezione), ma anche far ripartire le nostre piccole o grandi attività. La vita torna. Forse non per tutti. Nessuna parola, nessun vocalizzo è stato emesso a proposito di Musei, esposizioni, teatri, cinema, cultura. Una bazzecola, direbbero in Toscana. Una cosuccia che in Italia vale circa 96 miliardi pari al 6,1% del Pil e impiega 1,55milioni di persone. In Campania, l’intero sistema produttivo culturale, per essere precisi, incide sull’economia appena per il 4,7%. Risultato davvero ingrato: per musei e attività culturali ancora nessuna riapertura. Non avendo alcun pulsante di potere da premere per un azione diversa, non si può che prendere atto e immaginare il rimedio allo sfacelo che è già in atto. Eppure esistono mezzi, molto o poco tecnologici, per incuriosire, attrarre, per fare anteprima delle future attività. Certo, il presupposto è che queste attività oggi ferme siano in grado di riaprire e di ricominciare. Preparare i futuri visitatori, incuriosire anzi anche un pubblico più vasto, sfruttando le tecniche dell’interpretazione e gli usi in voga tra i giovani fruitori del web. Questa l’idea. Il Paul Getty Museum ha così proposto una sfida web. A fronte delle serissime, coltissime, interessantissime, noiosissime visite on line, trite e ritrite per modalità narrative il Museo americano ha pensato di coinvolgere i futuri visitatori in una sfida web, quella che i moderni ad oltranza chiamano web challenge. Per una volta nessuno spogliarello, foto d’epoca, secchi d’acqua fredda sulla testa davanti alla web cam. Vogliamo definirli tableau vivant casalinghi? Il messaggio era ”Vi sfidiamo a ricreare i lavori d’arte con cose che avete a casa. È molto semplice. Scegliete la vostra opera preferita. Trovate tre oggetti sparsi per casa. Ricreatela”.
Ecco soddisfatti tutti i principi dell’interpretazione: autoidentificazione, sollecitazione delle facoltà cognitive, di studio, coinvolgimento. Più di così. Lattine di Coca Cola vuote, coperte, copridivani foulard: “la ragazza col turbante” ha fatto conoscere l’arte olandese di metà 1600 di Vermeer, si è interpretata e compresa l’arte dell’anonimo trecentesco Maestro di Santa Cecilia. Non si è trascurata neanche l’arte contemporanea: protagonista “Mirabelle” l’opera della pittrice espressionista astratta Helen Frankenthaler. Mai insegnante di storia dell’arte poté di più. Nella noia di lunghe giornate in casa dai bambini agli adolescenti fino agli adulti la sfida web ha conquistato tutti. Il Museo Getty ha già una coda virtuale di turisti davanti all’ingresso. Il problema riapertura, specialmente nel caso delle piccole strutture non è da poco, e sicuramente il primo problema sarà garantire a quelli che lavorano nel settore, direttamente o come indotto, un introito anche parziale fino alla ripresa delle attività. Le strutture espositive, in particolare quelle più piccole, difficilmente hanno un responsabile della comunicazione web e un addetto stampa. A volte c’è solo qualcuno che èbravoconinternet. Non siamo un popolo molto alfabetizzato sotto questo profilo, non è una scoperta ma il dato può essere migliorato. Uno stimolo però le strutture legate alla cultura e ai beni culturali potrebbero darlo promettendo incentivi per quelli (ed è monitorabile) che, riuscendo a raccogliere maggiori consensi con attività come quella svolta dal Getty, riscontreranno nei venturi ingressi il maggior successo di pubblico. Stare fermi non serve, anzi danneggia. Il settore cultura può fattivamente diventare protagonista della rinascita.