Roma, 28 lug. (AdnKronos) – Disco verde del Consiglio dei ministri alla delibera per la missione di supporto alla Guardia costiera richiesta dalle autorità libiche.
La missione è “un passo in avanti nel contributo italiano alla capacità delle autorità libiche di condurre la loro iniziativa contro gli scafisti e rafforzare la capacità di controllo delle frontiere e del territorio nazionale” ha detto Paolo Gentiloni al termine del Cdm. “E’ un pezzo di percorso di stabilizzazione della Libia al quale l’Italia è particolarmente affezionata”, ha sottolineato il presidente del Consiglio.
La missione è un “contributo alla sovranità libica non un’iniziativa contro la sovranità libica” ha chiarito il premier. Non si tratta di “un enorme invio di grandi flotte e squadriglie di aerei. Stiamo parlando di una richiesta cui abbiamo aderito di supporto alla Guardia costiera libica”.
L’Italia è “impegnata da anni” nel processo di stabilizzazione della Libia, ha aggiunto Gentiloni, “non solo sostenendo l’azione della Guardia costiera libica, ma in molti altri settori di collaborazione economica e con la formazione e l’assistenza”. “Non sfugge a nessuno che questo può rafforzare la capacità della Guardia costiera libica e dare un contributo molto rilevante a contrastare l’azione dei mercanti di essere umani e governare i flussi verso il nostro Paese”, ha sottolineato il presidente del Consiglio.
GOVERNO SERRAJ – “Il Consiglio presidenziale libico ha chiesto al governo italiano solo supporto logistico e tecnico per la Guardia costiera libica” ha dichiarato il ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale del governo di concordia nazionale libico, come riferisce l’agenzia di stampa libica ‘Lana’.
In una nota diffusa ieri, il presidente del Consiglio presidenziale del governo di concordia nazionale libico Fayez al-Serraj ha smentito le notizie secondo cui la Libia avrebbe chiesto all’Italia aiuto navale in acque libiche contro i trafficanti. Oggi il ministero degli Esteri libico precisa che l’aiuto richiesto all’Italia ha lo scopo di “contribuire ad impedire l’afflusso di migranti e il traffico” di esseri umani, così come “a salvare le loro vite”.
“Questa misura potrebbe richiedere la presenza di alcune unità navali italiane che operino nel porto di Tripoli solo a questo scopo e se vi fosse la necessità”, ha spiegato il ministero in una nota, sottolineando che “non sarà autorizzato alcun intervento di questo genere senza permesso e senza coordinamento con le autorità libiche all’interno del territorio e delle acque regionali libiche”.