Napoli, nel ventre c’è ben altro

46

1.

Un consigliere circoscrizionale di Chiaia è stato picchiato a sangue,perché”reo”di aver ripetutamente denunciato il fenomeno,per la verità diffuso in tutta la città,dei parcheggiatori,abusivi.

Mi domando:ma è necessario che un fenomeno di patente di illegalità, e abuso, per giunta notoriamente gestito dalla criminalità organizzata,che si”realizza”alla luce del sole,sotto gli occhi di tutti,Forze dell’Ordine e Vigili Urbani compresi,debba essere perseguito a denuncia individuale?! Cosa impedisce che sia perseguito ordinariamente,normalmente,senza che sia necessario che un Consigliere di Circoscrizione prenda penna e carta e rischi la propria vita? Il Sindaco,che pure aveva minacciato fuoco e fiamme contro i parcheggiatori abusivi,che dice e,soprattutto,cosa fa? I candidati a Sindaco cosa dicono,quale strategia intendono adottare in caso di vittoria?La verità:i parcheggi non ci sono,e non da ora,e molti,mi auguro non delle Istituzioni,ritengono che i parcheggiatori abusivi svolgano una sorta di “Servizio sociale”sostitutivo.

Come i pulmini abusivi che portano i bambini a scuola,solo per elencare.

Eppure,si dice, determinano lavoro e occupazione.

Regge,così,la mia convinzione:la criminalità organizzata,nel suo complesso e nei sui gangli vitali,svolge la funzione di” ammortizzatore sociale” per migliaia di giovani e meno giovani,che ne vivono insieme alle loro famiglie,in una sorta di società parallela a quella così detta civile che,in qualche modo,finisce per diventare……complice di questa illegalità diffusa. A cominciare da quando ogni mattina il cittadino affida le chiavi della propria macchina al parcheggiatore abusivo di turno. Così come accadeva con il contrabbando di sigarette. Poichè i protagonisti di questo coacervo inestricabile sono tutti elettori,i candidati a Sindaco,e le migliaia di candidati che li sostengono,si guardano bene dall’affrontare questi temi. Immersi come sono in un guazzabuglio maleodorante in cui molti, anche involontariamente,sono vittime e protagonisti,allo stesso tempo.

Questa è la triste realtà di una Città strepitosa come Napoli,che gli”Stranieri “si godono molto di più di chi ci vive,perché ne colgono l’….epidermide,dal sole,al panorama,ai Monumenti,ai Musei…..alla pizza.

Nel ventre c’è ben altro. Purtroppo.

2.

Le banche: acquisiscono risorse a tasso zero. Applicano al Sud, soprattutto, tassi a condizioni vessatorie, so quello che dico, ed ora vengono “coperte” da un decreto, che le mette al riparo da ogni rischio nella escussione delle garanzie relativamente a mutui, prestiti e pegni. In parole povere, possono prendersi l’immobile dato in garanzia dall’imprenditore, per fortuna le famiglie sono escluse, “quando il mancato pagamento si protrae per oltre sei mesi dalla scadenza di almeno tre rate, anche non consecutive”. Con la crisi che c’è in giro, si capiscono bene le conseguenze tragiche per milioni di piccoli imprenditori, soprattutto, che già sono costretti a chiudere. A prescindere! Mi auguro che non dobbiamo sperare nel Movimento 5 Stelle in sede di conversione in legge di questo decreto capestro e che Matteo Renzi ci arrivi… da solo a capire la enormità di questo provvedimento. Così detto salva-banche, ma non salva-cittadini e piccoli imprenditori.

3.

Faccio pubblica ammenda: ho trovato finalmente un Sacerdote che parla, ed in maniera entusiasta ed incantata, di Papa Francesco e della forza dirompente del suo messaggio e della sua testimonianza. E’ quel sant’uomo di Don Vincenzo Avallone: nella omelia, breve ed intensa, pronunciata durante la Messa delle ore 19 del 4 di maggio nella chiesa di San Michele, in Forio, Don Vincenzo ha parlato di Papa Francesco e della sua “lettura” del Vangelo, nel segno dell’Amore. Ci ha ricordato il monito evangelico: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Ed ha aggiunto di suo: “Se a sera riesci a stare in pace anche con chi non ti ama e magari ti ha fatto del male, ti addormenti più facilmente. E, magari, digerisci anche meglio”. Ha celiato Don Vincenzo nel suo candore, colto e pieno di sapere. Ci ha parlato anche della gioia dell’accoglienza, riferita ai migranti, del sapersi accontentare del poco, della forza di amare anche chi non ci ama. E poi, ancora, del valore del tempo, della natura, dei campi rigogliosi: lui, contadino mai pentito, felice di “nutrirsi” di questi Valori. E dei loro frutti. Così mi sento ulteriormente convinto che il Vangelo è un “Libro” per l’”aldiquà”: se tutti ci amassimo reciprocamente, se non facessimo agli altri quello che non vorremmo che gli altri facessero a noi, se avessimo la gioia di porgere l’altra guancia, allora il Paradiso lo vivremmo su questa Terra, in questa vita. Senza aspettare… l’altra.