Povertà a Napoli, le Acli incontrano Riccardo Monti 

292
In foto, da sinistra, Riccardo Monti e Pasquale Gallifuoco

E’ importante cercare di capire come meglio intervenire in questo momento particolare in cui troppe persone non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. Girando molto per la città avverto il crescente disagio sociale. Da sempre il mondo cattolico è in prima linea per aiutare qualsiasi forma di bisogno, ora più che mai”.  Ad affermarlo è Riccardo  Maria Monti Presidente -Chairman- Triboo Digitale SpA, Chairman Italy-UAE Business Council’s, Presidente Interporto Sud Europa, Ex Presidente di ICE, Grandi Stazioni Rail Spa e Italferr che ieri ha incontrato nella sede di via Fiumicello gli operatori del Dipartimento Povertà delle ACLI provinciali di Napoli coordinati da Pasquale Gallifuoco.
Nel corso dell’incontro è stato posto al centro l’emergente stato di indigenza riscontrabile in città  che vede sempre più ampio e diffusa l’attività caritatevole delle ACLI provinciali con i suoi volontari impegnati sul territorio.
Sulla base delle persone che  hanno finora beneficiato di aiuti alimentari con i fondi del Fondo Europeo di Aiuto agli Indigenti (FEAD) distribuiti da associazioni caritatevoli, come anche a Napoli dalle ACLI provinciali con il suo dipartimento Povertà, la pandemia da Coronavirus ha fatto salire di oltre un milione i nuovi poveri che anche nel 2021 hanno bisogno di aiuto anche per mangiare per effetto della crisi economica e sociale provocata dall’emergenza e dalla conseguente perdita di opportunità di lavoro.   Fra i nuovi poveri ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid. Persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. La stragrande maggioranza di chi è costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che per vergogna prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli.
Secondo le stime preliminari ISTAT, nel 2020 le famiglie in povertà assoluta sono oltre 2 milioni (il 7,7% del totale, da 6,4% del 2019, +335mila) per un numero complessivo di individui pari a circa 5,6 milioni (9,4% da 7,7%, ossia oltre 1milione in più rispetto all’anno precedente). In particolare, nel  2020 sono 1,137 milioni i minori in povertà, con un’incidenza di povertà tra gli individui minori di 18 anni che sale di oltre due punti percentuali – dal 11,4 al 13,6%, il valore più alto dal 2005 ad oggi. Le situazioni di difficoltà diffuse lungo tutta la Penisola vedono registrare le maggiori criticità nel Mezzogiorno con  Napoli e la Campania  in testa con il 20% degli indigenti residenti.