Gianni Lettieri (Atitech): Liquidità in ritardo, così le imprese falliscono

970
Gianni Lettieri
In foto Gianni Lettieri (Newfotosud Antonio Di Laurenzio) - Fonte foto: comunicato stampa

È soddisfatto per l’introduzione della fiscalità di vantaggio al Sud, ora che si è chiarito che la misura riguarderà tutti i lavoratori e non solo i nuovi ipotetici assunti, ma il suo sguardo è rivolto all’autunno “quando tutti i nodi verranno al pettine”, dice.
Patron dell’Atitech, specializzata in manutenzioni per aerei, maggiore azienda manifatturiera a Napoli, Gianni Lettieri non si stanca di ripeterlo: Stiamo sottovalutando il pericolo che tra ottobre e novembre molte aziende oggi sostenute dallo Stato possano fallire. E allora addio occupazione”.
Lettieri non è contrario di principio al blocco dei licenziamenti (Chi vorrebbe mai lasciare a casa un solo lavoratore”, afferma) ma denuncia la lentezza con la quale la liquidità arriva alle imprese mentre queste sono costrette ad anticipare la cassa integrazione che l’Inps tarda ad erogare.
“Accade – spiega Lettieri – che solo il 15/20 per cento delle aziende abbia ricevuto i finanziamenti richiesti mentre in altre parti del mondo, per esempio in America, i soldi promessi sono già sui conti correnti delle imprese”.
“Così non si può andare avanti – nota Lettieri -. Rischiamo di combattere una battaglia persa in partenza perché a fronte di molte dichiarazioni di sostegno all’economia i fatti dicono che il sistema resta molto fragile”.
Per Lettieri una soluzione ci sarebbe per far affluire tempestivamente alle imprese le risorse di cui hanno bisogno. L’ha spiegato qualche tempo fa dalle colonne del Sole 24 Ore ma al di là di molti commenti favorevoli non si è andato.
Di che cosa si tratta? Il percorso – spiega Lettieri – potrebbe essere questo: consentire all’impresa di auto certificare la sua perdita di fatturato e di farsela attestare da un soggetto riconosciuto, emettere bond a quindici/venti anni remunerati e garantiti dallo Stato, cedere i titoli alla Cassa depositi e prestiti che potrà girarli al sistema delle banche perché possa collocarli presso gli investitori.
Il meccanismo sembra complesso ma, assicura Lettieri, può essere messo in moto velocemente e consentirebbe di raggiungere molti obiettivi utili: lo Stato non caccia soldi, le banche sono garantite, le imprese attingono subito alla liquidità che serve.
Ma non finiscono qui le preoccupazioni di Lettieri. “Ci sono delle contraddizioni in alcuni comparti incomprensibili – nota -. Vediamo il contratto collettivo trasporto aereo, di cui Atitech purtroppo fa parte essendo stata in passato una costola Alitalia. Da un lato il governo ci ha costretto alla chiusura e obbligati (ripeto giustamente) a non licenziare, dall’altro ci ha impedito di usufruire della Cig per Covid o deroga dicendoci ad adottare la cassa integrazione straordinaria”.
“Ciò perché ai dipendenti – aggiunge Lettieri – per un retaggio legato all’Alitalia viene riconosciuta un’integrazione del 20per cento tale da assicurare l’intera retribuzione. L’ integrazione viene erogata dal fondo trasporto aereo che noi tutti alimentiamo con un contributo quando acquistiamo un biglietto aereo”.
“Sia ben chiaro – continua Lettieri -, sono contento che i nostri dipendenti in Cigs percepiscano l’intera retribuzione ma c’è un problema non di poco conto. Anzi, di problemi ce ne sono due: il primo è che dobbiamo anticipare ogni mese la cassa integrazione e il fondo trasporto aereo ricevendo la restituzione dall’Inps anche dopo un anno, il secondo è che la Cassa straordinaria grava sull’azienda con un contributo del 15 per cento”.
Si tratta – evidenzia Lettieri – di un costo puro in più che in un momento così delicato appesantisce i conti dell’azienda, costo che non ha chi può usufruire della Cassa ordinaria o in deroga per Covid. Tutto questo è assolutamente inconcepibile.”
Neanche il bonus al 110 per cento per le ristrutturazioni edilizie “verdi” convince Lettieri fino in fondo: “Il provvedimento – afferma – vale per le piccole realtà e per quanto positivo impatta poco sull’economia nazionale. Per avere efficacia andrebbe allargato alle medie e grandi imprese.
Inoltre, osserva Lettieri, anche la provvidenziale misura dello Sblocca cantieri mostra la corda. “Nonostante le grandi aspettative accese – rimarca – tutto è fermo come prima mentre l’Italia dovrebbe immediatamente lanciare un grande piano d’investimenti materiali e immateriali”.
Intanto l’autunno si fa sempre più vicino. “E mentre attendiamo di conoscere come utilizzeremo i finanziamenti del Recovery Fund – conclude Lettieri – corriamo il rischio di arrivare esausti all’appuntamento con la rinascita del Paese”.