Endecameron 21, residenza artistica nel Castello di Rocca Sinibalda: la quarta edizione si ispira a Boccaccio

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L’occhio di Leone, ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.

di Azzurra Immediato

Nell’entroterra reatino prende il via Endecameron 21, la quarta edizione della residenza artistica iniziata nel 2018 nel Castello di Rocca Sinibalda, il cosiddetto “Castello delle metamorfosi” risalente al Mille ma che deve la sua attuale forma a Baldassare Peruzzi. “Quindici artisti per un rito antichissimo” recita il claim dell’edizione 2021 e l’origine del progetto rimanda, naturalmente, al Decameron di Giovanni Boccaccio: dal 31 luglio al 7 agosto, infatti, un eterogeneo gruppo di artisti, impegnati su media differenti, rifletterà e lavorerà sul tema prescelto, quello dell’incubazione.
A partire dall’intuizione di Boccaccio per il suo Decamerone, in cui “per dieci giorni, dieci narratori con le loro storie hanno tenuto la Peste Nera fuori dalla Villa in cui si sono rifugiati. Poi arriva l’Undicesimo Giorno, il giorno dopo la fine delle storie, quando non ci sono più parole per salvarci dal Male. Cosa accade quel giorno, quando vengono meno l’ordine e il senso, la pagina è bianca e tutto rischia di perdere forma?” si legge nel comunicato ufficiale. È a questo punto che il Castello di Rocca Sinibalda diventa teatro di ciò che è stato definito “Endecameron, un progetto di ricerca e artistico intorno al continua negoziato tra caos e cosmos”.
Attraverso tale filo conduttore, i quindici artisti in residenza saranno protagonisti di un rito ancestrale legato al tema dell’incubatio – incubazione: tale pratica, difatti, ha sempre previsto si alloggiasse e dormisse in un luogo considerato sacro, misterico, fulcro di energie primordiali, ove attendere che, nel sonno e nel buio della notte si manifestassero sogni e segni sul futuro, visioni, cure e soluzioni esistenziali. Tuttavia, l’incubazione è da intendersi anche momento di cambiamento, di trasformazione, nel quale, ancora nel buio e nel silenzio, qualcosa di invisibile e vivo è destinato a emergere e manifestarsi: che si tratti di una idea, di una catastrofe, di un miracolo, di una malattia, di un virus, di un epocale mutamento. In Endecameron 21, nell’Undicesimo giorno, gli artisti lavoreranno riflettendo nell’alveo post pandemico e sull’incubazione di “mondi possibili, ciascuno in totale libertà secondo i propri modi e linguaggi.” In tal maniera, la Rocca, accogliente l’incubatio, si trasforma in metafora di “ventre materno, luogo primario” dove “gli artisti interagiscono con antropologi, psicoanalisti, architetti, comunicatori. Ogni artista sceglie la sua “stanza” tra i molti spazi singolari del Castello, il luogo specifico della sua incubazione” in piena libertà di sperimentazione.
Rispondono a questa chiamata alle arti: Adrigo – Aliprandi (Body perfomance), Aliotta – Imbergamo (Musica) Francesco Cabras (Fotografia), Francesca Candito (Pittura), Mauro De Carli (Multimedia), Francesco Dimitri (Scrittura), Alex Hartley (Mixed media), Kris Lemsalu (Mixed media e perfomance) Jacopo Mandich (Scultura), Marcondiro (Musica), Monica Pennazzi (Fiber Art) e VestandPage (Video performance art).
L’evento, che sarà documentato con una rubrica quotidiana, si concluderà il 7 agosto con un grande finissage, durante il quale gli artisti presenteranno i lavori prodotti a tutto il gruppo dei residenti dell’Endecameron e agli invitati in quello che, davvero è un luogo unico, che in passato ha già ospitato artisti come Salvador DalÍ, Ezra Pound, Lilian Lijn, Takis, poeti della Beat Generation come Gregory Corso e Allen Ginzberg, il Living Theater, protagonisti del cinema indie come Gregory Markopoulos, scrittori come Martin Amis, mecenati come Peggy Guggenheim e Caresse Crosby ed è continua meraviglia.
“Nel castello delle Metamorfosi, ognuno trova la sua stanza, ogni stanza emana le sue visioni e incuba i suoi sogni”. Endecameron, nato da un’idea di Cristina Cenci ed Enrico Pozzi si avvale di un team di partner formato da Alessandra Fenizi, Vincenzo Padiglione, Luisa Pronzato, Marco Stancati, Claudio Silvestrin, Giuliana Salmaso, Laura Cantarelli ed affida la comunicazione a Francesca Interlenghi.
Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di comprendere, vedere laddove il solo sguardo non giunge, laddove solo l’arte riesce a mostrare ciò che avverrà e gli artisti, moderni sacerdoti, hanno la facoltà di veicolare tali visioni e mostrarle a noi, grazie a linguaggi corali, diversi, che fungono, però, da nuovo esperanto.

in foto VestAndPage, Thou Twin of Slumber, Vancouver, ph. Ash Tuyaksuyk
in foto Andrigo Aliprandi, ph.Lorenza Cini
in foto Francesco Cabras, Momentary birth