La storia consolare: Luigi Aldovrandi Marescotti

44

Il nostro percorso attraverso alcuni aspetti e momenti della Grande guerra, e i riflessi che produsse su Bologna, pone  l’attenzione su un personaggio bolognese, Luigi Aldrovandi Marescotti, che per la sua stessa storia professionale si trovò a seguire da vicino, dalle stanze del potere politico, quegli anni drammatici.

Luigi Aldrovandi Marescotti nacque a Bologna il 5 ottobre 1876 e, dopo la laurea in giurisprudenza, intraprese a soli 24 anni la carriera diplomatica .

Fece le sue prime esperienze come viceconsole in varie città brasiliane e poi a New York  e a New Orleans. In seguito, nel novembre 1913, fu destinato a Vienna in qualità di incaricato d’affari, ruolo che comportava la reggenza dell’ambasciata italiana in assenza dell’ambasciatore: l’Aldrovandi si trovava quindi proprio a Vienna durante la crisi internazionale che nell’estate del 1914 provocò la guerra tra Francia e Inghilterra da una parte e Germania e Austria dall’altra. Ma nel novembre di quello stesso anno fu richiamato a Roma dal ministro degli Esteri Sidney Sonnino che lo volle accanto a sé come capo di gabinetto, incarico che Luigi Aldrovandi conservò per tutta la durata della guerra, fino alla fine di giugno 1919.

Così fu testimone diretto dell’intensissimo lavorio diplomatico che precedette la decisione del governo italiano di denunciare la Triplice alleanza e di intervenire nel conflitto a fianco di Francia e Inghilterra; ma partecipò anche alle trattative per la pace del 1919 . Era infatti segretario generale della delegazione italiana alla conferenza di Parigi e segretario per l’Italia nel Consiglio supremo degli alleati, il cosiddetto “Consiglio dei quattro”, composto da Orlando per l’Italia, Wilson per gli Stati uniti, Lloyd George per la Gran Bretagna e Clemenceau per la Francia. Dopo il trattato di pace di Versailles, che pose fine al conflitto, fu inviato a Berlino, con l’incarico di riallacciare le relazioni diplomatiche con la Germania, mentre la prima nomina ad ambasciatore lo vide a Buenos Aires nel 1923. Fu nuovamente a Berlino, stavolta come ambasciatore, dal 1926 al 1929 . Tornato a Roma, dal dicembre 1929 rimase a disposizione del Ministero degli esteri e dall’aprile 1934 fu senatore del Regno. Morì a Roma il 9 luglio 1945.