Mercati asiatici in altalena nonostante le contromisure di Pechino

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Mercati asiatici poco mossi dopo le misure di sostegno decise dalla banca centrale cinese: taglio ai tassi su depositi e prestiti a un anno dello 0,25% e al coefficiente di riserva obbligatoria per le banche dello 0,5%. A Shanghai l’indice CSI 300 ha terminato a -0,57%, mentre a Hong Kong l’Hang Seng segna al momento -0,9% circa. Molto bene Tokyo con il Nikkei 225 che chiude a +3,20%. Borsa italiana in arretramento dopo il rimbalzo di ieri: il Ftse Mib segna -1,44%, il Ftse Italia All-Share -1,37%, il Ftse Italia Mid Cap -0,92%, il Ftse Italia Star -0,77%. Mercati azionari europei in rosso: DAX -1,3%, CAC 40 -1,6%, FTSE 100 -1,4%, IBEX 35 -1,4%. Euro in recupero contro dollaro dagli 1,14 circa toccati ieri pomeriggio: EUR/USD al momento oscilla in area 1,15. Mercati obbligazionari europei poco mossi dopo il crollo di ieri: il rendimento del BTP decennale scende di 1 bp all’1,97%, mentre quello del Bund decennale cede 2 bp allo 0,70%. Lo spread scende di 1 bp a 127. Ieri sera a Wall Street l’S&P 500 ha chiuso a -1,35%, il Nasdaq Composite a -0,44% e il Dow Jones Industrial a -1,29%. I future sui principali indici USA attualmente sono in rialzo dello 0,8 per cento circa.

Borse asiatiche 

Prime timide reazioni da parte delle borse asiatiche che reagiscono positivamente alle misure adottate dalla Cina, arrivate comunque troppo tardi per impedire il tracollo di gran parte dei mercati (e non solo di quelli asiatici) nelle scorse sedute. Un primo effetto positivo del taglio dei tassi di 25 punti base e della riduzione di 50 punti base delle riserve obbligatorie bancarie si è già visto in Europa dove le borse hanno archiviato la seduta di martedì con rialzi compresi tra il 3% e il 7% (Atene ha chiuso con un progresso di quasi 10 punti percentuali). In netto rialzo questa mattina anche la borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei 225 che ha recuperato oltre 3 punti percentuali. Rimbalza anche l’indice Topix (+3,23 %). Gli acquisti hanno interessato soprattutto le società con elevata esposizione verso la Cina: Fanuc ha fatto registrare un rialzo del 4,77%. Risultati positivi per i titoli dell’export: Toyota Motor è salita del 3,55%, Nissan Motor del 5,25%, Sony del 4,96% e Panasonic Corp del 6,48%. Estremamente volatili le borse cinesi che però rivedono la luce con lo Shanghai Composite che guadagna l’1,64%, dopo essere sceso di quasi 4 punti percentuali nel corso della seduta andando a mettere sotto pressione il supporto psicologico e strategico a 3000 punti. Lo Shanghai Shenzhen Csi 300 sale dello 0,43% e lo Shenzhen Composite del 2,40%. Le manovre di Pechino non sono riuscite a convincere tutti, in primis gli Stati Uniti che hanno archiviato la sessione di ieri in territorio negativo, accrescendo le preoccupazioni che si tratti di un rimedio effimero. Gli investitori temono infatti che la decisione di tagliare i tassi da parte della banca centrale cinese, per la quinta volta da novembre, non sia sufficiente a contrastare il rallentamento della crescita economica del Paese e che possa ostacolare la ripresa della domanda di materie prime, di cui la Cina è il primo consumatore al mondo. L’indice di volatilità CBOE VIX resta elevato, a quota 36 circa, segnalando la persistente incertezza sui mercati, sebbene sia ben al di sotto del picco del giorno precedente a quota 53,3 (livello più alto da gennaio 2009). Contrastate le altre piazze asiatiche: la Borsa di Taiwan ha terminato con un progresso modesto dello 0,52 %, Hong Kong oscilla intorno alla parità. Più deciso invece il rialzo dell’indice Kospi (+2,57%) e dell’SP/ASX200 australiano (+0,69%).

Borsa Usa

A New York i principali indici, dopo un tentativo di rimbalzo, hanno chiuso la seduta in ribasso. Il Dow Jones ha perso l’1,29%, l’S&P 500 l’1,35% e il Nasdaq Composite lo 0,44%. Per buona parte della giornata Wall Street aveva beneficiato della mossa della Banca centrale cinese (tagliati i tassi su depositi e prestiti a un anno dello 0,25% e il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche dello 0,5%). Nel corso della giornata sono stati diffusi diversi dati macroeconomici. L’Indice Prezzi Abitazioni pubblicato dalla Federal Housing Finance Agency (FHFA) è è cresciuto dello 0,2% nel mese di giugno in rallentamento rispetto alla rilevazione precedente, pari al +0,5%, e risultando inferiore alle attese fissate su un incremento dello 0,4%. L’Indice S&P/Case Shiller, che misura l’andamento dei prezzi delle abitazioni nelle 20 principali città americane, è cresciuto dell’1,0% nel mese di giugno (-0,1% il dato destagionalizzato) evidenziando un incremento del 5% rispetto allo stesso periodo del 2014, di poco inferiore al consensus, pari al +5,1%, ma superiore alla rilevazione precedente, fissata su un indice del 4,9%. Markit Economics ha comunicato la stima flash di agosto dell’indice PMI dei Servizi: la lettura si è attestata a 55,2 punti in calo rispetto a quella del mese precedente, pari a 55,7 punti, indicando una ulteriore espansione della crescita, lievemente inferiore al valore medio rilevato negli ultimi se i anni pari a 55,8 punti. L’Indice di fiducia dei consumatori è cresciuto ad agosto a 101,5 punti dai 91 punti del mese precedente, rivisto da 90,9 punti. Il dato è ben al di sopra delle previsioni degli addetti ai lavori (93,4 punti). Le vendite di nuove abitazioni sono salite a luglio del 5,4% rispetto al mese precedente, attestandosi a 507 mila unità (consensus 510 mila), rispetto alle 481 mila unità della rilevazione precedente.

Europa

Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in netto ribasso. Il Dax30 di Francoforte cede il 2,3%, il Cac40 di Parigi il 2,2%, il Ftse100 di Londra l’1,7% e l’Ibex35 di Madrid l’1,8%. I listini del vecchio continente pagano il crollo nel finale di seduta di Wall Street e il nuovo calo della Borsa cinese (Shanghai -1,3%, nuovi minimi degli ultimi 8 mesi).

Italia

Ieri la Borsa di Milano ha chiuso in netto rialzo, recuperando quasi tutte le perdite accumulate nella vigilia: Ftse Mib +5,86% e 21.649 punti; All Share +5,6%. Se nel “lunedì nero” il tonfo è stato frutto della cosiddetta ‘sindrome cinese’, la salvezza ieri è arrivata sempre dall’Estremo Oriente, grazie alle misure adottate dalla Banca centrale cinese per scongiurare il rischio di una spirale recessiva, tra cui l’iniezione di nuova liquidità per quasi 23,4 miliardi di dollari, il taglio dello 0,25% dei tassi di interesse e l’abbassamento di mezzo punto percentuale del tetto di riserva obbligatoria imposto alle banche, ora al 18% per i maggiori istituti. A sostenere il listino milanese è stato anche la diffusione in mattinata dell’indice Ifo che misura la fiducia delle imprese tedesche, salito ad agosto più del previsto. Tra le blue chips l’euforia ha contagiato tutti i settori, tra i quali si sono distinti quello energetico e il comparto finanziario.


I dati macro attesi oggi

Mercoledì 26 agosto 2015

12:00 GB Indice CBI distribuzione ago;

14:30 USA Vendite beni durevoli lug;

16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati