Un nuovo sguardo sull’Africa

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Guardare all’Africa con occhi diversi, cavalcandone le nascenti opportunità di business. È questo il tema del primo Eastern Africa Business Forum che si è tenuto oggi a Roma in Confindustria grazie alla collaborazione di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Unido) e ben dieci stati africani: Burundi, Unione delle Comore, Gibuti, Kenya, Somalia, Sud Sudan, Tanzania, Uganda, Etiopia ed Eritrea, queste ultime al primo storico incontro di disgelo dopo la recente fine della guerra. La regione dell’Africa orientale comprende dieci paesi ed è stata nell’ultimo decennio la regione a più rapida crescita del continente. Ha inoltre goduto di un aumento degli investimenti esteri, attraendo il 30 per cento degli investimenti diretti esteri dell’intero continente.
È necessaria una “nuova visione d’insieme regionale, non solo a livello di singolo paese” nell’approccio che l’Italia ha rispetto all’Africa orientale e alle opportunità di affari che la regione propone. L’ha affermato oggi Giovanni Ottati, presidente di Assafrica&Mediterraneo, ricordando che l’Italia ha un export verso la regione per 700 milioni di dollari e importa per 300 milioni di dollari, per un giro d’affari complessivo di un miliardo. Nella regione, la Cina ha costituito “un vantaggio competitivo” che “dobbiamo colmare presto”. In questo senso, sono stati ricordati gli investimenti cinesi per il miglioramento del porto di Mombasa e di Dar es Salaam.
L’Eastern Africa Business Forum vuole promuovere le opportunità di affari nella regione in diversi settori come l’agroalimentare, l’energia e il trattamento dei rifiuti, ma anche la moda e il settore energia. Settori confermati anche dall’interesse di Cassa depositi e prestiti che nella regione si concentra proprio su energia rinnovabile, agricoltura e moda; sottolineando che Sace ha un’esposizione per 4,2 miliardi di euro in Africa e 2,4 miliardi in Africa orientale, mentre Simest è esposta per 2,3 miliardi in Africa. Tra il 2014 e il 2016, inoltre, Cdp è entrata nel sistema pubblico della cooperazione internazionale. E ha lanciato un nuovo piano industriale che prevede due linee di finanziamento: pubblico, a lungo termine, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile e poi “il lato privato in strutture con project financing ad aziende che si affacciano sui mercati emergenti”.
L’Africa orientale è una “priorità assoluta” della politica estera italiana come ha ribadito oggi la viceministra agli Esteri Emanuela Del Re, aprendo oggi il Forum. “La crescita del continente africano dovrebbe aumentare fino a raggiungere il 4 per cento nel 2019”: più di 400 imprese africane hanno superato il fatturato di un miliardo di dollari e l’Africa orientale ha registrato tassi di crescita fino al 6 per cento.
Ciononostante, ha ricordato Del Re, “serve un ulteriore slancio, se questi paesi vogliono affrontare la sfida dell’impetuosa crescita demografica” e in questo senso è importante coinvolgere i giovani, dando loro occupazione. L`Italia inoltre è al lavoro per rafforzare gli investimenti Ue in Africa orientale.